Gianni:
Enigma caro, mi rende molto perplesso il tuo superficiale esame del testo greco di Mt 26:17 e, nel contempo, mi indigna la tua accusa che io invertirei "il primo giorno degli azzimi" traducendo "il giorno prima degli azzimi". Ciò è sintomatico del tuo approccio superficiale al testo biblico. Vediamo e mettiamo alla prova ciò che tu tanto sostieni ovvero la traduzione tradizionale:
“Il primo giorno degli azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo la Pasqua?»”. - Mt 26:17.....La tua accusa che io inverta i termini modificando il testo è non solo sbagliata, ma con ciò mostri di non aver capito. Io infatti non inverto proprio nulla ma traduco secondo l’uso che di pròtos si faceva nel greco popolare.
Un momento.

Qui devi assolutamente fermarti e smontare dalla tua testa questi fraintendimenti. Il mio voleva essere solo un esempio per farti notare che nonostante i testo si presenta il quel modo, tu per amore di studio e logica, hai concluso, GIUSTAMENTE, che i due termine devo essere invertiti. Non ho mai avuto il minimo dubbio che non sia corretto tradurre "
prima dei giorni degli azzimi".

Ho la certezza che è corretto, altrimenti avremmo delle contraddizioni tra i sinottici e Giovanni. E poi, è naturale che gli apostoli chiesero dove preparare la Pasqua il giorni prima degli azzimi, perchè è assurdo chiedere questo nel primo giorno della festa quando in effetti l'agnello era già stato immolato e mangiato. Per di più, Yeshùa, nel primo giorno degli azzimi era già morto, perchè in quell'anno, l'agnello da sacrificare al 14 nissàn, giorno prima del primo giorno degli azzimi, era lui.
Pensi ancora che abbia usato superficialità nel esaminare il testo, oppure ho capito bene? Ma se tu pensi questo di me, tranquillo, per me fa lo stesso, non sono un tipo che se la prende.
Gianni: Ti do un compitino per casa, Enigma.
I compiti a casa non sono un problema per me, perché non mi sento e continuerò a non sentirmi mai arrivato, il problema sorge per chi si sente un maestro e pensa di non avere più niente da imparare. Per i compiti, mi dispiace, ma non sono riuscito a farli, sai, io sono un asino e i compiti che mi dai sono molto difficili per me povero ignorante.
Ciò che ti sfugge del tutto è il v. 62: “L'indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo”. Quei giudei andarono da Pilato il giorno 15 di nissàn. Era il secondo giorno di sepoltura. I giudei chiedono una guardia “fino al terzo giorno” a partire dal quel giorno: dal 15 al 17 di nissàn.
Ora fai i conti:
Tua interpretazione:
1° giorno di guardia, sabato 15;
2° giorno di guardia, domenica 16;
3° giorno di guardia, lunedì 17.
Si sarebbero quindi aspettati che il cadavere di Yeshùa sparisse di lunedì.
Mia ricostruzione:
1° giorno di guardia, giovedì;
2° giorno di guardia, venerdì;
3° giorno di guardia, sabato.
Quei giudei avevano capito benissimo che “dopo tre giorni” equivaleva a sabato 17 nissàn.
E così fu. Domenica 18 mattina ancora notte, infatti, la tomba era già vuota.
Yeshùa fu risuscitato sabato sera, esattamente dopo tre notti e tre dì dalla sua sepoltura.
Puoi stare tranquillo che non mi è sfuggito nessun verso 62. Non vedo affatto che stavano chiedendo tre giorni da quel momento, per come intenti tu. Con una lettura veloce si può avere l'impressione che sia per come dici ma, facendo una lettura riflessiva, si nota chiaramente che questi chiesero di custodirla fino al terzo giorno, la loro richiesta era per i restanti due giorno: quello in corso, in cui chiesero, e il giorno dopo per poter così completare i tre giorni.
Ho notato che in questo caso hai contato i tre giorni non interi ma come parte di tre giorni. E già, in questo caso non conviene la teoria di tre giorni di 72 ore, altrimenti le 72 ore scadono nel giorno di domenica.
P.S: Non mi reputo un detentore dell'assoluta verità. Le mie discussioni hanno il fine di poter migliorare la comprensione, perché il mio è un continuo cammino di revisione biblica.
Se non hai capito niente di ciò che ho detto, non sconfortarti, perchè siamo in due.
