Barabba

marco
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Barabba

Messaggio da marco »

Ho letto che il nome normalmente attribuito a Barabba, cela un significato che almeno io sconoscevo.
Bar- abba significa letteralmente figlio del (bar) padre (abba).
Un'altra cosa, è scritto che era chiamato, e non, che si chiamava Barabba. Quindi quel nome era in verità un soprannome.
Ora secondo voi questo personaggio era realmente esistito? O gli evangelisti hanno voluto inserirlo per comunicarci qualcosa?
Immaginate la scena, davanti a Pilato, per essere liberati, c'erano due "figli del padre" e gli ebrei scelsero quello sbagliato.
Che ne dite?
Anche perchè ho letto che non era in uso dai Romani liberare nessun prigioniero, e tanto meno un sedizioso.
Ultima modifica di marco il sabato 28 giugno 2014, 6:06, modificato 1 volta in totale.
marco
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Re: Barabba

Messaggio da marco »

Grazie cara Lucia.
Caro Giovanni, dicono che nel Novum Testamentum, in corrispondenza del versetto in cui si parla di Barabba, una nota avverte che in alcuni manoscritti antichi, il soprannome Barabba era preceduto dal nome Gesù.
Quindi se diamo per scontata l'affermazione di sopra, ci troviamo con due "Gesù", uno detto Barabba e l'altro detto il Cristo. Oppure il Nazareno. Oppure, come lo chiamava Pilato, il Re dei Giudei.
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Gianni
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Re: Barabba

Messaggio da Gianni »

Suggestivo, Marco, il tuo commento.
Non si può però affermare con sicurezza che Barabba era un soprannome. In Mt 27:16 è detto che lui era λεγόμενον (legòmenon) ovvero “chiamato”. È vero che lo stesso participio è usato per “Cristo” (Mt 1:16), che non era nome proprio; per Pietro, che era il soprannome di Simone (Mt 10:2); per Iscariota, che era un attributo di Giuda (Mt 26:14); per Gòlgotha, vale a dire Luogo del Teschio (Mt 27:33). Tuttavia è usato anche per Caifa, che si chiamava proprio così (Mt 26:3). In Mt 26:26 è usato per il Getsemani.
Il nome greco Βαραββᾶς (Barabbàs) è di origine aramaica.
Il testo ebraico di Mt 27:16 traduce בר־אבא. La prima parola (בר, bar), significa “figlio”, in aramaico. La seconda parola (אבא, ava) contiene l’aramaico (אב, av), “padre”, del tutto simile all’ebraico אב (av). Non mi so però spiegare la alef finale di אבא. Non credo che qui אבא sia la forma difettiva di אביא, che riguarda l’ifil futuro del verbo בוא. Forse Noiman può aiutarci.
Di certo non era abitudine romana liberare i prigionieri. Questa usanza doveva essere giudaica, perché in Gv 18:39 il procuratore romano dice alla folla: “Voi avete l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua”.
È vero che in alcuni manoscritti antichi il nome Barabba è preceduto dal nome Iesùs. – Cfr. testo critico di Nestle-Aland.
marco
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Re: Barabba

Messaggio da marco »

Un'altra considerazione. L'elite ebraica porta il Cristo per essere messo a morte. Gridano e pretendolo la crocifissione. E Pilato cosa dice? Propone una scelta: chi volete che vi liberi, Barabba o Yeshùa?
E' scontato che avrebbero scelto Barabba, dato che un secondo prima chiedevano addirittura la crocifissione.
O Pilato era un burlone o qualcosa i testi vogliono dire.
noiman
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Re: Barabba

Messaggio da noiman »

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Ultima modifica di noiman il sabato 11 ottobre 2014, 12:09, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Barabba

Messaggio da Gianni »

Infatti, Noiman. Ero solo incuriosito da quell’alef finale di אבא della parola בר־אבא. L’unica somiglianza che conoscevo era quella della forma verbale, ma era evidente di per sé che non c’entrava proprio nulla. A questo punto ci vorrebbe un filologo ebreo, ma è comunque solo un piccolo particolare.
Caro Marco, la tua spiegazione è suggestiva, tuttavia credo che dovremmo essere prudenti e, nelle spiegazioni, non andare oltre il testo. Che il personaggio di Barabba non sia storico va escluso. Non bisogna di dimenticare che il primo Vangelo (Mr, che pure riporta l’episodio) già circolava a metà del primo secolo, per cui molte persone che conoscevano bene gli eventi erano ancora in vita e alcune potevano esserne state perfino testimoni. Come fa notare giustamente Giovanni Z., il racconto che include Barabba è presente in tutti e tre i sinottici e anche in Gv; ciò è ulteriore prova di storicità. In più, in At 3:14 è detto che Pietro si rivolse al popolo rinfacciando loro che avevano preferito Barabba a Yeshùa.
Riguardo all’offerta di Pilato di liberare uno dei due (Barabba o Yeshùa) tu vedi solo due possibilità: Pilato era un burlone o qualcosa i testi vogliono dire. Trascuri la terza e più probabile possibilità: l'episodio è storico.
Il procuratore romano Pilato non era affatto un burlone. Tieni presente che egli, come procuratore, era rappresentante dell’imperatore ed era la massima autorità della provincia e poteva infliggere la pena di morte. Lo storico ebreo Giuseppe Flavio narra che i suoi rapporti con i sudditi ebrei erano iniziati male. Filone, scrittore ebreo di Alessandria d’Egitto del 1° secolo, descrive pure alcune azioni di Pilato che sollevarono le proteste ebraiche (cfr. Lc 13:1). Le accuse dei giudei contro Yeshùa erano molto gravi: attività sovversiva, incitamento a non pagare le tasse e perfino il fatto che Yeshùa si era dichiarato re, quindi in aperta rivalità con l’imperatore Cesare. Pilato fece molti tentativi per non condannare Yeshùa. Dapprima disse ai giudei di giudicarlo loro stessi; quando gli accusatori fecero presente che la legge non consentiva loro di giustiziare qualcuno, Pilato interrogò Yeshùa sulle accuse e poi disse di non aver trovato nessuna colpa nell’accusato. Siccome le accuse continuavano, Pilato mandò Yeshùa da Erode Antipa, che lo rimandò da Pilato. A quel punto, Pilato fece un ennesimo tentativo per evitare di condannare a morte un innocente, chiedendo alla folla inferocita se volevano che Yeshùa fosse liberato secondo la consuetudine di rimettere in libertà un prigioniero in occasione della Pasqua. Alla fine Pilato dovette cedere, ma si lavò le mani come a purificarle dalla colpa del sangue. Molto illuminante Mt 27:19: “Mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: «Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno per causa sua»”.
Gli scrittori ebrei (come Filone) ci descrivono Pilato come inflessibile e ostinato. Il suo modo d’agire era quello tipico delle autorità romane. Uomo cinico e non condiscendente, agì da politico, preoccupandosi prima di tutto della sua posizione e di ciò a Roma avrebbero detto se avessero avuto notizia di nuove agitazioni nella sua provincia. Pur riconoscendo l’innocenza di Yeshùa ed essendo consapevole che i giudei lo accusavano in malafede, lasciò che venisse ucciso un innocente piuttosto che rischiare di danneggiare la propria carriera politica. È tutto quindi perfettamente storico, compreso l’episodio di Barabba, che era un criminale.
marco
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Re: Barabba

Messaggio da marco »

Caro Gianni, sicuramente Barabba è stato un personaggio realmente esistito. Non lo metto in dubbio. Anche perchè non metto mai in dubbio nulla della Bibbia. Però, è lecito indagare oltre il semplice scritto.
Mi spiego, perchè gli evangelisti hanno ritenuto importante scrivere l'episodio di Barabba, a tal punto da riportarlo nei loro vangeli?
Immagina quante cose saranno accadute nella vita di Yeshùa e quante cose durante il processo, ma gli evangelisti hanno dovuto scegliere e selezionare le vicende più importanti o direi più importanti per la nostra comprensione di ciò che è accaduto 2000 anni fà.
Per esempio il dialogo che Yeshùa ebbe con Pilato, raccontato da Giovanni, è stato una cronaca dettagliata, oppure Giovanni da quello che è trapelato dal processo, ha costruito il dialogo per noi?
Vi domando: Pilato sicuramente aveva capito che il sacerdoti odiavano Yeshùa, e niente poteva placare la loro sete di omicidio.
Perchè Pilato promuove una proposta così inutile? Certo che era inutile la scelta tra i due, troppo scontata la scelta. Infatti, come volevasi dimostrare, misero in libertà Barabba.
Cosa rappresentava Barabba. La scelta, il bivio, due strade, due "figli del padre", uno libero l'altro carcerato, la dualità, il bene e il male, Dio e Satana.
Avete visto i quadri che rappresentano Barabba? Brutto. Estramamente carnale. Un sorriso ammiccante.
I pittori ci videro Qualcuno o qualcosa?
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Re: Barabba

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

La mia domanda riguarda la scomposizione del nome Barabba. Perché si può scomporre? Ho notato che molti nomi hanno un significato partendo dalla scomposizione. Perché ciò non vale ad esempio con i nomi yehovah e Iesus? Il problema è che se scomponiamo questi nomi viene fuori una bestemmia. Quali nomi possono essere scomposti e quali no?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: Barabba

Messaggio da Gianni »

Caro Naza, la tua domanda riguarda la filologia, non direttamente la Bibbia. La Scrittura usa i nomi in uso nella lingua parlata al tempo. È il filologo che sa spiegare la nascita, la formazione e l’evoluzione di una parola.
Domandi quali nomi possono essere scomposti. Io direi: nessuno. La scomposizione è un procedimento usato nei vocabolari etimologici per spiegarci il senso di una parola. Ad esempio, otorinolaringoiatra è un nome composto da oto, rino, laringo (ho semplificato!) che in greco significano rispettivamente orecchio, naso e gola, più la parola greca iatra che sta per medico. Ci sono nomi chiaramente composti per i quali non serve un filologo, come Giampaolo o lungosenna. Il nome Barabba appare nei manoscritti intero: Βαραββᾶς; ma ciò non vuol dire nulla, perché i manoscritti leggono tutte le parole attaccate (la maiuscola e l’accento circonflesso sono interite nel testo critico dal critico testuale). Etimologicamente ne abbiamo dato la spiegazione: si tratta di parola aramaica; in ebraico, come ho mostrato, è trascritta in modo composto (nostro trattino).
Perché mai dici che scomponendo (nel senso di ricostruire) un nome, come la traslitterazione greca Iesùs, viene fuori una bestemmia? In italiano è Giosuè dall’ebraico Yehohshùa`, “Yah [è] salvezza”.
chelaveritàtrionfi
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Re: Barabba

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Caro Gianni la mia domanda nasce per il fatto che alcuni nomi ebraici , aramaici ecc.. hanno un significato scomponendoli in più parti. Così come Yehoushùa ecc.. Mi riferivo in questo caso a quanto scritto e cioè :
Il testo ebraico di Mt 27:16 traduce בר־אבא. La prima parola (בר, bar), significa “figlio”, in aramaico. La seconda parola (אבא, ava) contiene l’aramaico (אב, av), “padre”, del tutto simile all’ebraico אב (av)
quindi barabba, che è scritto intero, è costituito dalle 2 parole bar (figlio del) e abba (padre).
Allora prendendo Yehoushùa in greco troviamo scritto Iesùs ed in italiano Giosùe.
Tu scrivi nel tuo studio:
Yeshùa significa infatti “Yah salverà”, essendo Yah l’abbreviazione del nome di Dio (abbreviazione che compare per la prima volta nella Bibbia in Es 15:2: “Yah [יה] è mia forza”) e shùa, derivazione di yeshuàh (ישועה) che significa “salvezza
Il nome Yeshùa quindi è composto da due parti in cui la prima parte è il nome di Dio abbreviato e la seconda derivazione di Yeshuàh che vuol dire salvezza.

In greco la prima parte Ye diventa "Ie" e la seconda parte "shùa" diventa "Sus" applicando lo stesso procedimento applicato per barabba.

Sicuramente sto scrivendo delle cavolate ma credo che stia utilizzando lo stesso metodo utilizzato per barabba. Giosuè scomposto ..in due parti, ognuna in italiano credo non voglia dire niente. Si prende il nome per intero. Stessa cosa non si può dire per Iesùs... se lo scomponiamo viene fuori una bestemmia. Perchè?
Mi risulta che Sùs in latino ma anche in greco voglia dire "maiale".
Sicuramente quel nome non si può scomporre ma va letto per intero altrimenti se ne sarebbero accorti tutti. Stesso discorso per Yehovah scomposto in Ye + Hovah.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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