Colossesi 2:14,15

trizzi74
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da trizzi74 »

La festa menzionata in 1 corinti 5:8 può avere anche un significato metaforico e non letterale. Del resto anche i versetti 6 e 7 lo sono.
In rete ho trovato un commento che dichiara che " la festa qui non rappresenta nè la pasqua nè la cena del Signore bensì, in termini più genereci, l'intera vita del credente. La nostra esistenza deve essere una festa gioiosa da celebrare non con vecchio lievito del peccato nè con lievito di malizia e di malvagità".
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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Gianni
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Gianni »

Conosciamo, Trizzi, le interpretazioni "cristiane" di quel passo.
Ma rimane la domanda: Se dico "Feste bibliche", quali passi biblici si possono citare a comprova che divennero, per usare il brutto termine di Marco, dei gusci vuoti?
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Intanto rispondo a Marco seguendo il discorso di Gianni su 1Cor 5:8 e cercando di spiegare come, secondo me, dovrebbe essere celebrata Pesach da parte di un credente in Yeshùa, secondo le indicazioni riportate in questi versetti di Paolo, armonizzandole con la Torah.
marco ha scritto:In Cor 5,8 Paolo non dice affatto di celebrare la festa degli azzimi ma utilizza il richiamo biblico in modo da poter esprimere meglio l'uso dottrinale del termine azzimo.
Il termine ἑορτάζω (heortàzo) significa precisamente "festeggiare", "celebrare una festa" (Rocci), "osservare una festa" (Thayer, Strong). Dunque, seguiamo il tuo consiglio, Marco, e leggiamo quello che è scritto davvero. Con questo verbo, Paolo sta dicendo esattamente quello che il verbo significa, ossia esorta a osservare la festa, con l'uso del congiuntivo. Quale festa? Naturalmente Pesach, visto che si parla di azzimi. Qui non c'è un significato simbolico, Paolo sta esortando i credenti ad osservare la festa.

Come va celebrata? “Non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità.”. Innanzi tutto questa è un'indicazione relativa al modo di celebrare la festa, e non annulla la celebrazione della festa stessa. Se Paolo avesse insegnato che la celebrazione di Pesach non è più valida ed è stata sostituita da qualcos'altro o annullata, lo avrebbe detto chiaramente. Invece, con il verbo heortàzo al congiuntivo, esorta proprio a osservarla. Il testo dice questo. Adesso, bisogna capire come va osservata.

Al v.7 dice: “la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata”. Yeshùa ha rappresentato il korban pesach, che ha liberato l'uomo in modo definitivo e perenne dal peccato. Significa che ha riconciliato l'uomo con Dio una volta e per sempre. È naturale che chi accetta questo, non avrà più bisogno di sacrificare alcun agnello, né per Pesach, né per il Giorno delle Espiazioni. Che senso avrebbe, infatti, il sacrificio di un agnello successivamente al sacrificio di Yeshùa? Sarebbe come annullare il significato del suo sacrificio. Oltretutto, poco dopo la morte di Yeshùa il tempio fu distrutto e il sacrificio interrotto; se Dio avesse voluto che il sacrificio animale continuasse, non avrebbe certo permesso la distruzione del tempio. Come spiega la Lettera agli Ebrei, il sacrificio animale temporaneo è stato sostituito da uno perenne, che resta in eterno. Quindi, non è la festa ad essere stata sostituita, ma il korban. Questo, naturalmente, per chi crede che Yeshùa sia il messia redentore.

Perché gli azzimi? Vediamo di stabilire prima il significato originale dell'uso di questi non fermentati, per poi comprendere cosa sta dicendo Paolo.

“Non mangerai con queste offerte pane lievitato; per sette giorni le mangerai con pane azzimo, pane d'afflizione, poiché uscisti in fretta dal paese d'Egitto, affinché per tutta la vita ti ricordi del giorno che uscisti dal paese d'Egitto.” — Dt 16:3

Gli azzimi servono a ricordare il giorno della liberazione dalla schiavitù, che certamente rappresenta un "evento redentore" per il popolo ebraico, e quindi per tutti gli uomini che credono in Yeshùa, poiché egli è uscito dal popolo ebraico. La liberazione dall'Egitto, dunque, concerne anche chi accetta Yeshùa come messia e rappresenta un'anticipazione della vera liberazione che sarebbe venuta, attraverso la rinascita in spirito. La liberazione avvenne all'improvviso, come il diluvio (e come la prossima venuta del messia) e non ci fu tempo di far lievitare pani; per questo, l'azzimo rammenta quella notte.

Ora, cosa sta dicendo Paolo? Dopo aver esortato ad osservare Pesach, dice che deve essere osservata “non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità”. Il lievito rappresenta la cattiva intenzione, l'azzimo la buona intenzione; peccato e purezza. Sta semplicemente dicendo che è necessario presentarsi a Dio in modo puro, sincero, abbandonando ogni cattiva disposizione. Aggiunge, dunque, un significato spirituale agli azzimi, concorde al korban spirituale, già offerto. E quindi ciò cosa significa? Che possiamo tranquillamente andare in pizzeria durante il periodo di Pesach, tanto basta essere sinceri e puri di cuore? Che possiamo celebrare Pesach un po' come ci pare? Io credo di no, e spiego.

Qui, a mio parere, può entrare in gioco un segno; come la consumazione della cena rappresenta un segno in ricordo del sacrificio di Yeshùa, e l'immersione rappresenta il segno della morte della vecchia condizione e la rinascita in una nuova, gli azzimi possono rappresentare ora un segno che rafforza il significato simbolico e spirituale di Pesach dopo la morte di Yeshùa. L'atto di eliminare gli azzimi durante Pesach, rafforza l'intento di intenzioni pure. Le opere dimostrano e rafforzano la fede. Come il sacrificio d'espiazione è una legge perenne (Lv 16:29), ossia eterna e inestinguibile, anche Pesach lo è: “Osservate dunque la festa degli Azzimi; poiché in quello stesso giorno io avrò fatto uscire le vostre schiere dal paese d'Egitto; osservate dunque quel giorno di età in età, come un'istituzione perenne.”.

Com'è possibile che Pesach sia un'istituzione perenne, se il tempio è stato distrutto e gli ebrei dispersi? Sappiamo con certezza che Dio non mente ed è fedele. Perché, nonostante il tempio fisico non ci sia più, permane in forma spirituale; allo stesso modo, l'osservanza di Pesach permane, ma in forma rinnovata. Osservare significa “Seguire ciò che una legge, una disposizione, una norma prescrive; obbedire, adempiere, rispettare” (Treccani); l'osservanza corretta di Pesach è stabilita da Dio nelle Scritture Ebraiche. Dopo Yeshùa, si comprende un nuovo modo di osservare, ma sempre di osservanza si tratta. Se si elimina l'osservanza, la fede non è dimostrata dalle opere, e le parole di Giacomo non hanno senso. Il sacrificio è rinnovato, e gli azzimi hanno adesso un significato "completo"; il sacrificio resta, poiché il korban è già stato immolato in eterno, e anche gli azzimi che ricordano il riscatto restano, e hanno un significato simbolico legato alla purezza delle intenzioni e al riscatto spirituale. Questo per quanto concerne i discepoli di Yeshùa.

Fede e opere: “Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.” (Gia 2:18).
noiman
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da noiman »

q/qqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqqq
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Non credo che nella Parola di Dio si usi il "copia incolla"!
Questo lo affermano gli studiosi, non io.
Chi è Rashì!!!??? Metti in dubbio la parola di Giovanni, apostolo ed evangelista, per un talmudista?
Io non metto in dubbio nessuno, né Rashi né Giovanni. Anzi, se leggi bene, affermo che Giovanni non è affatto in disaccordo con Rashi. Rashi è uno dei più grandi commentatori del Tanach, ed una fonte preziosa per comprendere a fondo il pensiero degli scrittori biblici. Se rileggi con attenzione le mie parole, vedrai come io metta in evidenza un aspetto sottile che non traspare ad una lettura superficiale. Giovanni afferma che gli scribi e i farisei dissero che secondo la Torah (la legge di Mosè) quell'adultera doveva essere lapidata. Ciò è falso, perché la Torah non parla mai di lapidazione in merito al peccato di adulterio. Giovanni sta mentendo o facendo un grave errore? No, perché spiega il motivo di quella falsa dichiarazione degli scribi e dei farisei: “Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare”. Giovanni afferma che gli scribi e i farisei cercarono di ingannare Yeshùa, con delle affermazioni false. Se Yeshùa avesse detto: "si, è vero", fidandosi della parola dei dottori della legge, lo avrebbero accusato di essere un millantatore e un falso maestro non conoscitore della legge. E questo era il loro scopo. Dunque, dove sarebbe la discordanza tra Giovanni e Rashi? Non esiste.
Cosa scriveva? La condanna della donna che lui di li a poco avrebbe pagato al posto suo.
E questo dove sarebbe scritto? Non ti inventare cose non scritte solo perché le hai sentite dire dagli esegeti della domenica. Ragiona sul testo col tuo, di cervello. Senza offesa, una esortazione convinta.
La legge mosaica andava bene fino alla venuta di Cristo. Perché tutto muore davanti a Lui.
Quindi come conciliamo fede e opere? Quali sarebbero le opere? Prima di rispondere, leggi bene il significato del termine greco e verificane l'applicazione nella Scrittura.
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

Le feste ebraiche sono state celebrate da Gesù Cristo fino all’ultimo giorno, tanto è vero che un suo apostolo gli chiede dove Egli aveva piacere di celebrare Pesach.
Verissimo, Noiman. E Yeshùa disse anche: “Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire” (Lc 22:15). Quella che poi non ha mangiato.
Se avessimo lasciato Gesù Cristo morire di vecchiaia e in salute come Avrahàm oggi non ci sarebbero i cristiani a parlar male di noi
Verissimo anche questo, purtroppo. Il fondamentalismo religioso è la fonte dell'assurdo dissidio tra ebrei e "cristiani", e ciò che impedisce a molti (di ambo le parti) di andare ad esaminare le cose in profondità, come, invece, fai tu. Ottime anche le tue considerazioni sul matrimonio e sul ripudio, che comprendo davvero fino in fondo. ;)
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bgaluppi
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da bgaluppi »

mariarosa, lascio che ti risponda più approfonditamente un utente ebreo, ma certamente non soffocano gli adùlteri.
mariarosadel49
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da mariarosadel49 »

mariarosa, lascio che ti risponda più approfonditamente un utente ebreo, ma certamente non soffocano gli adulteri.
Bgaluppi ciao :YMHUG:

Certo va benissimo ho parlato con Stella e le ho chiesto di chiacchierare un po li nella sua cartella dell argomento adulterio,sai a me/noi donne interessa ;;)

Scusate per l intromissione buon proseguimento--- ;)
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Israel75
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da Israel75 »

Grazie fratello Noiman per le tue parole, ... , ma non ti crucciare noi ulivi selvatici siamo un pò legge a noi stessi a volte. :P

Uno degli aspetti che purtroppo sfugge e spesso senza intenzione è che la Torah non era minimamente in "fase di smantellamento", il dibattito era casomai cosa richiedere al minimo di osservare ai pagani convertiti alla fede nel Cristo. E cosa era inutile.
Il dibattito sulla circoncisione "carnale" (nei confronti appunto dei pagani convertiti) nè è un esempio lampante, se Paolo avesse messo in discussione le solennità di DIO ci sarebbe stato un dibattito anche su quelle, cosa che non ci fù.
Tra l'altro mi sento di sottolineare malgrado la mia scarsa conoscenza questo passo della S.Legge:
(De 10:16) Circoncidete dunque il vostro cuore [il cuore è la mente per l'Ebreo] ostinato e non indurite più la vostra nuca; , che in bell'italiano suonerebbe così: "Fate attenzione ai vostri pensieri , non siate testardi e obbediteMi per il vostro bene." - Versione Israel75 :d :d :d "

Anzi , negli atti c'è un esempio chiaro come il sole di alcuni neo-convertiti che fanno voto di nazireato o hanno un voto da sciogliere (Antonio o Gianni chiaritemi :-) ), regolato se non erro (correggetemi :-) ) nel capitolo dei Numeri o comunque nella Legge.
(Atti 21:21-24)Ora hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini. 22 Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato. 23 Fa' dunque quanto ti diciamo: vi sono fra noi quattro uomini che hanno un voto da sciogliere. 24 Prendili con te, compi la purificazione [si faceva dal sacerdote se non erro]insieme con loro e paga tu la spesa per loro perché possano radersi il capo. Così tutti verranno a sapere che non c'è nulla di vero in ciò di cui sono stati informati, ma che invece anche tu ti comporti bene osservando la legge.

Buon Sabato.
Ultima modifica di Israel75 il domenica 5 febbraio 2017, 15:05, modificato 7 volte in totale.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
AKRAGAS
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Re: Colossesi 2:14,15

Messaggio da AKRAGAS »

Bravi, avete fatto ottime osservazioni che meriterebbero ognuna di essere sviluppate.
Come ha ricordato l'ottimo Antonio, il pane azzimo è collegato alla redenzione del popolo di Israele.
In Esodo viene spiegato come il popolo di Israele non poté far lievitare il pane poiché dovette frettolosamente uscire dal Paese della prigionia. Questo segno, che ricorda la solerzia con cui Avraham servì pane azzimo ai tre messi di D., si collega con la promessa di un erede.
Paolo, in Colossesi, riprende lo stesso concetto di redenzione dalla schiavitù/pani azzimi ricollegandolo alla redenzione dal paccato/ azzimi di verità.
Nello dire questo, Paolo, scrivendo e/o pensando in ebraico, fa un gioco di parole : chamez/chemes = lievito/ odio, malizia
mizvot/mazzot = precetti/ pani azzimi.

È illuminante la ricerca del lievito fatta con il lume di candela: quella luce che permette di trovare il lievito come segno di eliminazione del male.
Nei gesti che si compiono nelle feste c' è tutta una materialità che viene elevata e resa spirituale, reale.
Se i detrattori della Torah comprendessero che le feste ebraiche sono feste bibliche, veri segni potenti di compartecipazione alle realtà celesti, forse la smetterebbero di contraddire lo stesso Gesù, ebreo, loro maestro.
Shalom
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