Interpretazione delle Scritture Ebraiche

noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Si è soliti dire che dalla metà dell’uomo Dio trasse la donna, ma è sbagliato. Non dalla metà dell’uomo ma dalla metà dell’essere indifferenziato. Di fatto Dio trasse da quell’essere la donna, e ciò che rimase era l’uomo.


Si Gianni è proprio cosi, ;) il racconto di Bereshit riesce a stupire sempre, nonostante che siano ben evidenti alcune contraddizioni temporali e importanti anomalie nell’ordine della narrazione tra Bereshit 1 e Bereshit 2, la prima sensazione che ha il lettore è che si tratti di due diversi racconti provenienti da diverse fonti e che per opportunità siano state affiancate, Cassuto osserva che sarebbe stato molto più comodo fonderle in un unico racconto e con esso fare sparire le grandi contraddizioni, ma questo non è stato fatto e non per il solo rispetto del testo sacro, ma perché queste contraddizioni non preoccupavano gli agiografi , non era molto importante che in : “Il Signore Dio che aveva formato dalla terra tutte le bestie dei campi e tutti i volatili del cielo, li portò all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati, qualunque nome l’uomo avesse dato agli esseri viventi sarebbe stato il loro nome”(Bereshit 2/19).
Non siano nominati i pesci e il riconoscimento vada solo per gli animale di terra e in cielo.

Se si studiano a fondo le due narrazioni si comprende che il secondo spiega il primo e il primo introduce il secondo, nell’insieme costituiscono un vero e proprio progetto letterario di oltre 3000 anni fa , le due narrazioni della genesi dell’uomo possano essere comprese nel loro insieme solo se non le isoliamo , la prima creazione forma androgina è impegnativa in quanto è stato aggiunto l’aspetto teologico di “ immagine e somiglianza” , il tutto è confluito nella seconda parte della creazione in cui il vasaio ha aggiunto la “ forma” , da qui in poi il racconto diventerà più interessante.
Noiman

non è un po troppo scritto grande? ditemi voi......

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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Umberto Cassuto ... davvero un grande!
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Si ……. ! Gianni Cassuto è proprio un grande, stai ancora cercando una copia di la Questione della Genesi ?
riprendo dove avevo lasciato.
Come possiamo superare la banalità che H dovesse chiedere ad Adam di dare il nome alle creature che Lui stesso aveva creato, non era più semplice assegnare un nome come fa uno scienziato naturista quando scopre una nuova specie o un nuovo microbo?

וכל אשר יקרא-לו האדם נפש חיה הוא שמו
Nel modo che chiamasse esso (l’animale) anima vivente, quello era il suo nome
( 2/19) .Il termine יקרא-לו ‘yiqrà lo, impegna una radice molto prolifica in significati, nella sua polisemia può indicare oltre a chiamare , proclamare, gridare , leggere, invocare, la stessa lettura è miqrà, questo verbo lo abbiamo ritrovato all'inizio del libro di Bereshit quando H. invocò la luce e le tenebre, il senso della chiamata si estende oltre il significato acustico, chiamare è porre una distinzione attraverso il nome che permette una identificazione, forse ci sfugge il significato che “estrarre” attraverso una chiamata è identificare una creatura distinguendola nella sua unicità, allora le parole del Bereshit Rabbà prendono un nuovo senso:
Cinque nomi ha l’anima: Nefesh, Ruàch , Neshamàh, Jechidàh, Chajàh. …. Nefesh vita, è il sangue, perché è detto: “Poiché il sangue è la vita (Dvarim 12/23) . Ruàch, soffio, perché sale e scende, come è detto: “Chi può sapere se lo spirito dell’uomo sale in alto” (Qoèlet 3/21) . Neshamàh, costituzione, come dicono le creature: La costituzione è buona, Chajàh, vitalità, perché tutte le membra muoiono ed essa vive nel corpo. Jechidàh , unica, perché tutte le membra sono due a due, ed essa è unica nel corpo, come è detto:” Se riconducesse a Lui il suo soffio e richiamasse a sé la sua anima” (Jov 34/14)


Nei primi sei giorni della creazione ogni forma animale e vegetale fu formata e solamente indicata nella specie senza nome , non leggiamo ויקרא , “e chiamò”, qualche cosa di simile a un file che privo della sua estensione non si riesce a leggere, il file esiste ma non è accessibile, solo nominandolo o rinominandolo diventa eseguibile, allora forse riusciamo a capire meglio “ Formò H. Elohim dal suolo ogni vivente del campo e ogni volatile del cielo e li fece andare all’uomo per vedere come esso chiamasse ogni cosa”, il completamento di Bereshit 1 in cui solo la luce, le tenebre e gli astri ricevettero il nome attraverso la “chiamata” , ora l’atto creativo è completo , il pendolo cosmico iniziò a scandire il tempo.

Il midrash commenta :“Disse Rav.Ahà: Quando si accinse il Santo, Egli sia benedetto a creare l’uomo, si consigliò con gli angeli del servizio divino e chiese loro: Facciamo l’uomo? Gli risposero: Questo uomo, quale sarà la tua natura? Il Signore rispose: La sua sapienza sarà maggiore della vostra, Portò davanti loro un animale domestico, una fiera ed un uccello e disse loro: Quale è il nome di questi? Essi non lo sapevano. E li fece passare davanti all’uomo chiedendogli quale è il nome di questi ? Egli rispose: Questo è il bue, questo e l’asino, questo è il cavallo, questo e il cammello. E tu quale è il tuo nome, gli chiesero. Rispose, ”è giusto che sia chiamato Adamàh, perchè sono stato tratto dalla terra. “ Al che D-o,chiese “Quale è il mio nome ? Gli rispose: “ E giusto che tu sia chiamato Adonay “il Signore”, poiché tu sei il Signore di tutte le creature” (Bereshit Rabbà XVII 7-4).

Alla fine D-o chiese a Adamàh che nome ho Io ?
Shavua tov
Noiman

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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Sì, Noiman, l’ho trovato il libro di Umberto Cassuto. Da una specie di antiquario, e mi è costato un occhio della testa. Era intonso, ma la carta è di qualità scadente e la rilegatura è peggio. Edizione del 1934, prezzo di copertina 60 lire; pressoché introvabile. L’edizione ebraica (Gerusalemme) è del 1959. E ora ti dico una cosa. Il compianto professor Fausto Salvoni, che ho avuto l’onore di avere come docente alla Facoltà di Scienze Bibliche a Milano, scrisse tutte le introduzioni e tutte le note in calce della Bibbia Concordata, edita da Mondadori. Ebbene, nella sua introduzione alla Toràh cita il Cassuto, definendolo insigne studioso e scrive che il suo libro La questione della Genesi è rimasto unico nel suo genere.

Noiman, leggendo quanto hai scritto mi è sorta una domanda, che ti faccio. Sappiamo che nel Tanàch l’assegnazione del nome traccia in certo qual modo la sorte della persona. “Tale il suo nome, tale è lui” è scritto da qualche parte nel Tanàch. Ora la domanda: è corretto dire che, in generale, noi assegniamo un nome dopo aver notato certe caratteristiche e che Hashem lo assegna allo stesso modo, ma avendole notate anticipatamente?
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Ciao Gianni….

Situazione simile,l' ho fatto rilegare e in parte restaurare , la carta era cotta , negli anni in cui stato stampato non era disponibile la cellulosa e si usava carta e stracci di riciclo, quando lo ho ritrovato nella mia biblioteca era malconcio come il tuo, l’ho fatto rilegare e gli ho fatto fare una copertina rigida per preservare le cuciture e i bordi, hanno scollato e rincollato la copertina originale, sicuramente avrà vita nuova per almeno altri cento anni.
Ti avevo fatto questa domanda per sapere se era il caso di scannerizzarlo e inviarti privatamente il file in pdf .So che ci tenevi , un altro introvabile e Eckart- Commento alla Genesi, ed Marietti,

Tale il suo nome, tale è lui
,la tua definizione mi ricorda “il mio Nome è in lui”(Shmòt 23/21) , ma tu sai meglio di me per averlo studiato che il Nome in senso biblico non è solo una immagine acustica ma è legato alle proprietà della persona, l’immagine acustica diviene forma e significante, spesso l’immagine biblica del nome deve essere corretta affinché cambi anche il significante, l’esempio dei nomi di Avram che diventa Avrahàm e di Sarai’ che diventa Sarah, ogni numero per quanto grande sia ha un suo nome e cognome, un numero a cui si aggiunga anche una sola unità è un altro numero con un altro Nome, nel caso della lingua ebraica il Nome si carica attraverso il valore numerico delle sue lettere e questo apre nuovi significati e significanti .

Tutte cose che sai già, puoi aggiungere qualche cosa?

Come posso leggere qualcosa di Fausto Salvoni?
Ciao Gianni
Noiman

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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. Fausto Salvoni, essendo stato un sacerdote, ha scritto libri soprattutto di tematiche cristiane. Il suo più famoso è Da Pietro al papato. Non credo quindi possano essere di tuo interesse. Da coautore dei primi volumi dell’Enciclopedia Cattolica il salto fu grande. Era però anche un esperto di Sacre Scritture Ebraiche e uno dei massimi esperti di Gn 1-3. Di ciò non ci sono libri ma le sue dispense universitarie usate in Facoltà, che oggi sono malconce (furono stampare col ciclostile!).

Mi chiedi di aggiungere qualcosa sul nome, e lo faccio. Quasi nessun cosiddetto cristiano sa cosa comportava l’imposizione del nome per gli ebrei, così quando legge nel Vangelo che a Miryàm viene chiesto tassativamente di chiamare il figlio Yehoshùa, lo prende come una nota di colore e passa oltre, trascurando la ragione per cui venne imposto quel nome; eppure sta scritto “dovrai chiamarlo Yehoshùa, perché salverà il suo popolo”. Ma non poteva essere chiamato Beniamino o Daniele e salvare lo stesso il popolo? Per un occidentale sarebbe stato indifferente. Per gli ebrei no. Potremmo dire: il destino nel nome. Leggendo il Tanàch troviamo spesso l’espressione “lo chiamo … perché …”.

Riguardo al PDF del libro di Umberto Cassuto, mandalo a Besaseà, caro Noiman, se hai il suo indirizzo. Lo farai felice. Lo cercava e, a quanto pare, anche l’edizione ebraica è introvabile.

Se poi ai il PDF del libro di Meister Eckhart, faresti felici me mandandomelo. :-)
Gualtiero
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gualtiero »


Buongiorno a tutti.
Gianni ha scritto: martedì 16 gennaio 2024, 4:56 Mi chiedi di aggiungere qualcosa sul nome, e lo faccio. Quasi nessun cosiddetto cristiano sa cosa comportava l’imposizione del nome per gli ebrei, così quando legge nel Vangelo che a Miryàm viene chiesto tassativamente di chiamare il figlio Yehoshùa, lo prende come una nota di colore e passa oltre, trascurando la ragione per cui venne imposto quel nome; eppure sta scritto “dovrai chiamarlo Yehoshùa, perché salverà il suo popolo”. Ma non poteva essere chiamato Beniamino o Daniele e salvare lo stesso il popolo? Per un occidentale sarebbe stato indifferente. Per gli ebrei no. Potremmo dire: il destino nel nome. Leggendo il Tanàch troviamo spesso l’espressione “lo chiamo … perché …”.

Non è esatto quanto dici che: "per un occidentale sarebbe stato indifferente". Oggi è così e non solo per gli occidentali. Ma, anche gli antichi romani credevano che il nome rappresentava il destino di chi lo portava.

 “Nomen est omen”,  è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "un nome un destino", "il destino nel nome", " deriva dalla credenza dei Romani che nel nome della persona fosse indicato il suo destino. 
Tratto da Wikipedia.

Gualtiero


noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Ciao Gianni
Non sapevo che Salvoni fosse un sacerdote, ricordavo qualche cosa riguardo la trinità, non mi sono soffermato molto su questa questione, interessante sarebbe invece leggere qualche cosa dei suoi appunti, riguardo Besasea non ho il suo indirizzo, il libro di Cassuto è raro ma non rarissimo, se serviva lo potevo scannerizzare, un vero lavoraccio perché occorre un scanner che non ti costringa a piegare la rilegatura e che sia veloce.
Ora rispondo a Gualtiero che scrive a Gianni:
Non è esatto quanto dici che: "per un occidentale sarebbe stato indifferente". Oggi è così e non solo per gli occidentali. Ma, anche gli antichi romani credevano che il nome rappresentava il destino di chi lo portava.

“Nomen est omen”, è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "un nome un destino", "il destino nel nome", " deriva dalla credenza dei Romani che nel nome della persona fosse indicato il suo destino.
Tratto da Wikipedia.


Verissimo….. Nerone, il suo vero nome : Claudio Tiberio Nero Druso Germanico, il suo destino è legato al suo nome! Il certificato di garanzia.

Imperatore di Roma dal 54 al 68 d.c, assassinò la madre e suonò la cetra mentre Roma bruciava, Nerone giacque con sua madre, sposò e giustiziò una sorellastra, giustiziò un’altra sorellastra, violentò e assassinò un suo fratellastro, assassinò o fece giustiziare gran parte dei suoi parenti più stretti, uccise Poppea Sabina una seconda moglie gravida con un calcio fece castrare e poi sposò un liberto, poi ne sposò un altro, questa volta lui fu vestito da sposa,….. violentò una vestale , dopo aver ridotto in cenere Roma nel 64 fece costruire il suo palazzo coprendo parte del centro della città, come il solito addossò la colpa ai cristiani e ne fece bruciare migliaia nei viali della sua villa per rischiarare i suoi giardini nella notte, vinse spudoratamente tutte le gare di canto e di auriga, quando cadde dal suo carro a dieci cavalli fu proclamato ugualmente vincitore, amante del circo in cinque giorni furono uccisi nel circo 500 leoni, ancora nel 55 Nerone offrì uno spettacolo in cui la sua cavalleria cacciava i tori, sempre in quegli anni la cavalleria della sua guardia del corpo privata uccise con giavellotti 400 orsi e 30 leoni, non soddisfatto perseguitò la gran parte della aristocrazia, alla fine ….. si suicido a trent’anni e le sue ultime parole furono: “Quale artista perisce con me”.

Ritornando al Nome confermo quanto ha scritto Gianni:

quando legge nel Vangelo che a Miryàm viene chiesto tassativamente di chiamare il figlio Yehoshùa, lo prende come una nota di colore e passa oltre, trascurando la ragione per cui venne imposto quel nome; eppure sta scritto “dovrai chiamarlo Yehoshùa, perché salverà il suo popolo”. Ma non poteva essere chiamato Beniamino o Daniele e salvare lo stesso il popolo? Per un occidentale sarebbe stato indifferente. Per gli ebrei no. Potremmo dire: il destino nel nome. Leggendo il Tanàch troviamo spesso l’espressione “lo chiamo … perché …”.


Questo nome molto impegnativo fu assegnato già a Hosea da Moshè , ritroviamo la storia completa nel racconto degli esploratori, non ricordo se Gianni lo ha pubblicato nei quaderni o in Biblistica.
Lo ricordate ? ....è da qualche parte in questa cartella…..
Uno dei punti cardine della storia dei meraghelim
ויקרא משה להשע בן נון יהשע “ wayqrà Moshè le-Hosea bin-Nun ,Yehoshuà “tradotto letteralmente “Pose (lesse ) Moshè a Hosea , figlio di Nun , Yèhoshuà “ .(Bemidbar 13/16).
Mi viene in mente il talmud che raccoglie una citazione da non dimenticare:

Perché quando l’uomo vuole coniare delle monete le fa tutte identiche, mentre D-o, pur creando l’uomo con il marchio di Adamo, non crea nessuna creatura simile all’altra, e perciò conclude il passo, ogni uomo può e deve dire:” per me è stato creato il mondo!” Se io sono irripetibile, io sono importante e prezioso”.(TB Sanhedrin 37a).

Non dobbiamo dimenticare che Sarah la moglie di Avrahàm è menzionata con ben tre nomi, Hosea diviene Jehoshuà , nel cambiamento del nome di Hosea la י “yud” e ה “ hei” corrispondono alle prime due consonanti del tetragramma, le stesse lettere impegnate nel giuramento che D-o stesso ha pronunciato al termine della battaglia contro Amalèk, il significato implicito è che possedere un nome con le iniziali del Nome di D-o costituiva un maghen di protezione, lo scudo che difende l’uomo da ogni pericolo, ritorniamo in tema , Hosea viene rinominato come un file per uno scopo, sconfiggere il malware , terminata l’impresa il nome Hosea gli verrà riassegnato. (Dvarim 32-44).
Il cambiamento di Nome è ingegnosità esegetica, se poi consideriamo che להשע בן נון Hose’a bin nun, può significare che Hose’a aveva 50 anni, Moshè con la ה (modificato oggi 18 gennaio, con la י yud, e non con la ה , nessuno si è accorto?) gli aggiunge altri dieci anni, 60 anni ? ma non era un “ragazzo” ? ma questa è una interpretazione di Abulafia, se volete approfondire dovete leggervi Moshè Idel ……

Rashi, seguendo il Midrash, sostiene che il cambio di nome avvenne al tempo degli esploratori come dire “il Signore ti salvi dal consiglio degli esploratori”.

Rimane sempre un buon consiglio….. non da influencer (si scrive così..?)
Noiman


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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Gualtiero, giusto per precisione … ma soprattutto per non confondere il pensiero biblico con ciò che gli è del tutto estraneo. (Intanto, ringrazio Noiman).

La locuzione latina nomen est omen non ha alcunché a che fare con la valenza che il nome aveva presso gli ebrei. Tra le due concezioni c’è un abisso, anzi il vuoto. Quella biblico-ebraica è una vera e propria concezione, quella romana è solo un modo di dire che ha dell’ironico. Assomiglia al modo di dire “tale padre, tale figlio”, che pure è ironico ma che non ha alcuna attinenza con il reale.

“La signora Benigna Gentile è davvero benevola e cortese, nomen est omen!”. Ecco un esempio.

Ben altro nella Bibbia.
Dio cambia il nome ad Abramo: “Il tuo nome dovrà divenire Abraamo [אברהם (Avrahàm), “padre di popoli”], perché di sicuro ti farò padre di una folla di nazioni” (Gn 17:5). Il nome indica quindi la natura e il destino di vita della persona. Ad Abraamo Dio dice: “In quanto a Sarai tua moglie, non la devi chiamare col nome di Sarai, perché il suo nome è Sara [שרה (Saràh); “signora”, “principessa”]. E certamente la benedirò”. - Gn 17:15,16.
Così è in tutta la Bibbia, anche nelle Scritture Greche.

Per tutti, antichi romani compresi, le persone hanno un nome, per la Bibbia sono il loro nome.
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Allora facciamo una pausa per rispondere a Stella che pone una domanda:
'sui nomi'' ..vorrei capirne di piu' ... GIANNI ,mi risponderesti ad alcune domande ,piu' '''diciamo terra terra ?? ....si addirittura dalle mie parti si diceva di ereditare lo stesso carattere del nome che ci davano ,,''con me non ci hanno azzeccato per niente '' ,,ma mi hanno ''nella fretta '' .. accorciato il nome .. puo' influenzare davvero sul carattere il nome??.. ..io me lo son cambiato ''' ...mi son dato un nome biblico
,,

Il Nome e la sua attribuzione non è un argomento semplice, anzi se andiamo a vedere nella scrittura ebraica la cosa risulta alquanto complessa.
Per esempio nel nome degli angeli ritroviamo spesso un frammento del nome di D-o attraverso un il tetragramma, l’esempio Yaho’el , il primo dei 70 nomi di Metatron , Hekalot Rabbati:
“L’identità di Dio (o il suo volto) e il suo Nome suggerisce che quando Dio conferisce qualcuno il suo nome gli attribuisce anche qualche cosa di Sé, in maniera simile a Bereshit 2/7, Dio sembra infondere il proprio Nome proprio come infuse il soffio, aggiungendo quindi qualcosa di sostanziale all’entità che riceve il suo nome”

Poi ci sono delle situazioni particolari, esempio il nome di Isma’el (Ismaele) “Dio ascolta”è stato assegnato con indicazione divina ma è l’angelo a ordinare a Agar di porre il nome al figlio,(Bereshit 16/13)l è curioso che in tutto l’episodio in cui Sarah caccia via Agar il nome di Isma’èl non viene menzionato, lo stesso Elohim non lo menziona, ma è scritto che Elohim ascoltò la voce del ragazzo, il verbo “shamà” da Lishmoàh è .impegnato in tutto il racconto, Avrahàm ascoltò la voce di Sarah, Agar ascoltò la voce dell’angelo “Tutto ciò che di dirà Sarah ascoltalo”, D-o ascolta la voce del ragazzo….

L’imposizione del nome da parte della madre e del padre sono influenzati nella loro etimologia dalle circostanze che possono riguardare il padre o la madre, Cassuto pone addirittura una casistica e la statistica con le relative osservazioni. Se l’etimologia del nome riguarda la madre è imposto sempre dalla madre , lo stesso vale anche per il padre, se esaminiamo il caso dell’ultimo figlio di Jacov riceve un nome dalla madre in punto di morte a causa del parto, “ben-onì”, figlio della mia disgrazia” , ma Jacov lo chiamerà “ben –Jamin” , letteralmente “figlio della destra “ovvero la parte che è ritenuta più fortunata , da cui Beniamino.
Ci sono dei Beniamino sul Forum?


Abbiamo altri esempi : Maestro di Giustizia un titolo divino e poi divenuto un nome teoforico esattamente come גבריאל, Gabri’el, מיכאל, Micha’el, רפאל, Rafha’el, che oltre a essere nomi diffusi assumono un aspetto simbolico attraverso la natura del Nome e si caricano di effetto
Abbiamo citato il nome degli esploratori , per tutti si tratta di un patronimico, tranne che per Yehoshua’ e Kalev che sopravvissero solo perché ebbero il nome cambiato, era tutto calcolato perché e da loro proverranno le tribù che genereranno il Mashiach ben David e il Mashiach ben Josef.
Noiman


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