speculator2 ha scritto: ↑sabato 11 marzo 2023, 22:54
La prima morte non fu per l'invecchiamento e mancata guarigione ma per un assassinio premeditato da un fratello.
Questo è un punto da capire, ma se prima non è chiaro ciò che è accaduto prima non ci si riuscirà.
speculator2 ha scritto: ↑sabato 11 marzo 2023, 22:54
Questa fu diretta conseguenza della scelta di Adamo che scelse volontariamente di morire: "nel giorno che mangerai certo morirai ".
Da quello che ho capito - e magari ho capito male, ma per ora mi sembra sia così se nessuno mi disconferma con argomenti forti - il TaNaCh è una
"narrazione" a sostengno di un sistema sociale, in cui sono inclusi dei cardini irrinunciabili. Fra questi, oltre alla promessa della terra, all'unità del popolo di Israel, all'unicità di D-o e al divieto di idolatria, vi sono i principi giuridici, la legge, e il sistema giudiziario. Faccio caso che una stragrande quantità di Mitzvot riguarda l'unione con l'altro sesso (chi puoi sposare e chi no) e ciò che le ruota intorno.
Le colpe sono dunque individuali (almeno prevalentemente) e le conseguenze non possono ricadere sulla progenie.
Almeno io ho capito che l'ebraismo rabbinico (prima non so) si attiene a tali principi nel dare intepretazione del testo.
Quindi:
- "nel giorno che mangerai certo morirai " ma nè Eva (Chavvah) nè Adam muoiono (il nachash lo aveva detto!), di fatto non succede (D-o minaccia pene che non commina);
- le pene sono esplicitate e fra queste non vi è la morte ma il partorire con dolore ed il doversi guadagnare la vita lavorando + altre che comunque non sono la morte;
- Kain commette una sua infrazione di legge (una legge a quanto pare c'era già, o almeno alcuni commentatori medioevali mi pare lo sostengano) ma non si vede come sia connessa con la 'disubbidienza' del padre Adamo e della madre Eva; nemmeno lui viene punito con la morte.
Chi in esegesi ebraica ha mai dato una lettura come la tua e dove?
Certamente è difficile non pensare che l'infrazione di Eva e Adamo non abbiano 'indebolito' in qualche modo l'uomo, l'umanità intera, ma allo stesso tempo, se si tratta di allegoria, non credo che si possano fare connessioni dirette fra i due racconti in quel modo lì che tu fai.
Poniamo che oltrepassando le interpretazioni di Rashì e Maimonide io vada oltre e dica che mi sembra di capire che il punto critico è la sessualità in quanto massimo piacere, talchè come loro dicono (Rashì e Maimonide), conosciuto tale piacere questi due (Adamo ed Eva) si instupidiscono come due ubriachi, non riescono a tenere a bada l'alterazione che tale attività produce sulle loro menti, e di conseguenza infrangono quel divieto, ebbene poichè tutti prima o poi dovranno fare i conti con gli sconvolgimenti ormonali, semplicemente Kain ripete la stessa esperienza (e ognuno di noi lo fa, anzi lo deve fare nella vita perchè per la legge ebraica almeno procreare è un obbligo), va fuori di testa, e colto da insano spirito di competizione uccide il fratello. Ma non 'a causa' di quanto fece il padre, bensì ripete la stessa esperienza ma con conseguenze peggiori (e perchè non facciamo anche di questo un secondo 'peccato originale'? Perchè solo quello di Adam e Chavvah dovrebbe venire punito sulla discendenza o portarle conseguenze?).
Ma questo perchè la sessualità (che non è 'peccato' e infrazione in sè), e la necessità della riproduzione, mettono comunque in moto lo yetzer haRa il quale, e a sua volta, potrebbe esser ciò che mette in moto la sessualità (in quanto atto di affermazione individuale, di procrastinazione di parte di sè nel futuro oltre la morte individuale, una forma di 'permanenza' di sè).
In pratica la conseguenza della sessualità (che di per sè non è infrazione affatto), che determina l'ottemperanza del "crescete e moltiplicatevi", porta come conseguenza l'esperienza della conoscenza del bene e del male nel senso di "il principio del piacere e dell'insoddisfazione (dolore)". In base a ciò, l'uomo inizia a tendere ad emettere giudizi, discrimini e pensiero dualistico: p.e. "mi accorgo che sono nudo e non mi piace", forse D-o non mi ha fatto tanto "tov" come aveva detto.
Il problema si risolve con la Legge, ovvero con l'incremento della normazione della vita e del comportamento dell'uomo, soprattutto nella vita sociale.
Infatti ho letto che nella cultura ebraica si ritenga che lo yetzer haRa domini la vita dell'individuo fino alla consegna del Matàn Torà, che nel TaNaCh avviene con Mosheh, ma nella vita di ogni individuo avviene con il Bar Mitzvah. Solo da quel momento si è pienamente responsabili e quindi 'punibili'.
Al chè mi verrebbe da pensare che Eva, Adamo, Caino, non sono puniti perchè non sono punibili, in quanto - ispirandomi alla lettura di Luzzato - infanzia dell'umanità (mi viene in mente Freud, che vede il bambino come un coacervo concentrato di tutte le peggiori pecche dell'essere umano e lo chiama "piccolo perverso polimorfo").
La prima vera punizione quale è? Quando avviene? Non mi ricordo ma mi viene in mente il diluvio e subito dopo la maledizone di Cam (che infrange una norma - la quale evidentemente esisteva già - ma non viene ucciso nemmeno lui, ma solo destinato alla schiavitù).
Non so, magari sono una marea di beceraggini, ma è tanto per provare a pensarci su, provare a far funzionare le indicazioni di Rashì, Maimonide, Luzzato, capirne il pensiero retrostante non esplicitato, cercare di vedere se si individua il meccanismo e se poi funziona applicarlo alla lettura delle narrazioni.