Questo studio è un estratto di un lavoro scritto una decina di anni fa, inserito nel forum e successivamente da me cancellato.

Per logica dovrebbe essere inserito nella cartella “Interpretazione delle scritture ebraiche” ma anche in questa cartella ho cancellato quasi tutto .
Forse ho sbagliato nel cancellare i miei interventi, ma indietro non si può ritornare, ora rimedio inserendo alcune cose scritte nel passato, iniziando dal mio commento al libro di Ester ,considerando la lunghezza del testo gli inserimenti saranno in più volte.
Shalom
Noiman
לימוד לחג פורים
Purim “il nascondimento di Ester” una storia incredibile.
אנכי הסתר אסתיר פני ביום “Ed Io continuerò a nascondere loro la Mia faccia”
Dvarim 31/18)(deuteronomio).
Tutte le feste ebraiche hanno il loro significato, il midràsh afferma: “Tutte le festività saranno annullate con l’arrivo del Mashiach, ma i giorni di Purim non saranno annullati come è detto: Questi giorni di Purim non saranno dimenticati dagli ebrei.”
Ramban scrive nelle Halakhòt Meghillàt (2/18) :
“Tutti i libri dei profeti e tutti i libri agiografi saranno annullati nei tempi del Mashiàch , tranne la Meghillàt di Ester che resterà valida come i cinque libri della Torah e le halakhòt della Torah Orale che non si annulleranno mai.”
Qualcuno si è chiesto perché debba essere proprio il libro di Ester a sopravvivere nei tempi messianici mentre la Torah stessa dovrà scomparire.
Quale significato attribuire a questo libro che rimane scolpito nel cuore del giudaismo? Perché è simbolo perpetuo della festa di Purim?
Forse perché inizia con le parole : “ in quel tempo “ simbolo e significato di ogni tempo passato e futuro contenitore degli eventi legati al popolo ebraico, attraverso le fortune e le sventure.
Per un giorno il libro di Ester sostituisce il Sefer Torah e man mano che viene srotolato racconta agli astanti una storia vera avvenuta in tempi lontani ma mai dimenticata, l’impegno di tramandare i significati di generazione in generazione, questo avviene tramite il ricordo e attraverso la lettura pubblica nel mese di Adar תanno dopo anno, secolo dopo secolo.
Questa intenzione e volontà sembra ricongiungersi con le ultime parole della Meghillàh :”Questi giorni siano ricordati e celebrati in tutte le generazioni, in tutte le famiglie, in tutte le provincie e in tutte le città, questi giorni di Purim non cadano in disuso tra gli ebrei e il loro ricordo non cessi in mezzo alla loro discendenza”(Ester 9/28).
I maestri di ogni tempo si sono anche chiesti: “dove la Torah parla di Ester ?”
Questo libro è alquanto recenteת scritto almeno sette secoli dopo il libro di devarim che conclude la Torah, i chachamim hanno osservato che esiste una sola allusione scritta nella Torah riferibile al libro di Ester , dove è scritto: ואנכי הסתר אסתיר פני ביום ההא על כל הרעה ששר עשה כי םנה אל אלהים אחרים (dvarim-deuteronomio ) (31/18)
“Ed io continuerò a nascondere la Mia faccia in quel giorno, per tutto il male che esso fece, perché si rivolse a altri déi”
Esiste uno rapporto tra il nascondimento di D-o e il racconto del libro di Ester?
Questo mistero è forse contenuto proprio nelle pagine del testo della Meghillàh, questa parola è lo sviluppo di tre lettere di una radice che esprime il significato di ” arrotolare, avvolgere”, anche la radice תגל significa “rivelazione”. Quindi un segreto che è avvolto in se stesso, come una pergamena che va srotolata per svelarne il contenuto.
Tutte le meghillòt sono dei contenitori che vanno svelati, ma quella di Ester assume un significato speciale, solo svolgendolo come si fa nella lettura il segreto viene alla luce e chi possiede gli strumenti per interpretarlo può decifrare i significati “nascosti” e sollevare la maschera del Gran Volto.
Prima di entrare nel significato e nella tradizione del libro di Ester, occorre esaminare il contesto storico in cui questo libro è stato scritto, sappiamo che è l’ultimo dei 24 libri che compongono il Tanach, il testo è suddiviso in dieci capitoli.
Oltre alla versione ebraica ne esiste anche una greca , quest’ultima è più lunga e si ritiene che sia stata scritta in epoca più recente, quando la chiesa cristiana ne riconobbe l’importanza e ne compose una sua versione.
La collocazione storica di questo libro è stato argomento di discussione per molti anni, ancora oggi non si è pienamente d’accordo sul periodo storico e sul nome del re Achashverosh che compare nel racconto.[….]
Non volendo fare un discorso storico è comunque opportuno fornire qualche cenno che riguarda la possibile collocazione nella storia dei fatti di Purim che è la festa ebraica che ricorda quello che avvenne in Persia molti secoli prima.
Il suo nome deriva da פור “pur” traducibile come “sorte”:
“ Nel primo mese, cioè il mese di Nissan, fu estratto il “pur”, cioè la sorte, davanti a Haman per stabilire un giorno tra i giorni e un mese tra i mesi e fu il dodicesimo mese, cioè Adar” (Ester 3/7).
Questo avviene all’incirca nel sesto a.c. quando i persiani nel regno di Serse avevano conquistato la Palestina sostituendosi ai babilonesi sconfitti.
Gli ebrei che vivevano tra la Mesopotamia e la Palestina furono schiacciati dalle vicende militari di due eserciti che si combattevano in un confronto durissimo.
La storia degli ebrei sotto il potere prima babilonese e poi persiano sono narrate in II°Re, Cronache , Esdra-Nehemia .
Nel libro di Ester il re menzionato Achashverosh è ricollegabile a re Serse, esistono anche altri studi che sostengono che potrebbe trattarsi di Dario il grande o Cambise che regnò solo qualche anno.
Il testo originale è scritto in ebraico in un corpo unico , non sono presenti analogie con altre opere, l’autore è sconosciuto.
Il racconto descrive le vicende degli ebrei sottomessi ai nuovi padroni i persiani quasi come una preda di guerra, Susa viene descritta come la capitale del nuovo regno , il suo re Achashverosh regnava su un impero opulento arricchito dalle razzie compiute.
La descrizione minuziosa delle stanze del palazzo del re è suggestiva, il palazzo reale è sostenuto da colonne di marmo bianco con di rifiniture in madreperla e pietre preziose , i pavimenti sono di finissimo porfido , l’arredamento è ricchissimo, le pareti ricoperte di arazzi ,ogni dettaglio sembra volere sottolineare il potere e la ricchezza del sovrano.
Anche il vasellame viene descritto nei particolari tazze , vasi di varie fogge e dimensioni, tutto realizzato nei metalli più preziosi, argento, oro.
Anche il cibo servito a corte è strabiliante, ogni cosa possibile era disponibile , il vino scorreva a fiumi.
Le prime parole che introduco il racconto sono la descrizione del regno di un vincitore:” Avvenne al tempo di Achashverosh, di quell’Achashverosh che regnava dall’India sino all’Etiopia su centoventisette provincie”.
All’inizio del racconto apprendiamo che re Achashverosh offre un banchetto regale a tutti i suoi ministri e principi del regno.
E’ un grande banchetto con centinaia e forse più commensali, oltre alle persone in carica ci sono i governatori delle provincie dell’impero, i nobili e molte altre persone importanti del regno, ambasciatori e principi dell’impero.
Questo banchetto estremamente lussuoso avviene a Susa la capitale del regno , il testo narra che durò 180 giorni .
Anche il popolo era invitato a gioire di questa festa e per l’occasione fu allestito un banchetto che durò 7 giorni in cui fu servito moltissimo vino, il testo sottolinea “Che si bevette senza norma stabilita” cioè a significare che non c’erano limiti.
Durante questo banchetto il re ottenebrato di fumi dell’alcol manda a chiamare la regina Vasthi, moglie suo malgrado che a sua volta era impegnata in un altro banchetto in una delle sue residenze.
Vasthi era una principessa babilonese eletta al rango di moglie del re come preda di guerra, questa era l’usanza dei popoli pagani del tempo.
Lo scopo di questa richiesta era di mostrare la regina a tutti gli ospiti del banchetto, l’intenzione era quella di umiliare attraverso una esposizione agli astanti una preda di guerra speciale che il re aveva conquistato insieme ai tesori di babilonia. Su questo verso la fine dello studio aggiungeremo alcune osservazioni.
La regina Vasthi rifiuta l’ordine del re , il racconto sembra voler moderare le ragioni del rifiuto con la scusa che questo invito non è stato fatto direttamente dal re in persona ma tramite i 7 eunuchi che erano i custodi del gineceo dove viveva Vasthi, curiosamente il testo li nomina uno per uno.
A seguito del diniego Achashverosh annebbiato dall’alcol si sdegnò moltissimo.
Secondo gli usi del tempo ci saremmo aspettati che il re la facesse giustiziare o rinchiudere in una segreta, invece re Achashverosh fa una cosa diversa: consulta i savi del regno , tutti principi di Persia e di Media, anche in questo caso essi vengono menzionati uno per uno, sette nomi.
Il quesito che il re pone è come dovesse essere giudicata la regina Vasthi .
L’esito è il ripudio della regina: “ Sia emanato da lui un decreto regio e sia scritto tra le leggi di Persia e di Media e sia irrevocabile, che la regina Vasthi non venga più davanti al re Achashverosh e che il re conferisca la regalità a un’altra donna migliore di lei”. (Ester 1/19).
Ora occorre trovare un’altra regina, stranamente il testo dice che furono dei giovani vicini al re a ordinare che venisse ricercata in tutto il regno la sostituta della regina decaduta , re Achashverosh si limita ad approvare, è scritto: “La cosa piacque al re “
Come nelle favole, gli emissari del re si mettono in movimento in tutto il regno per cercare la giovane futura regina tra le fanciulle vergini più belle..
Qui inizia un storia nella storia . Il libro di Ester racconta che nel regno persiano viveva un certo Mordekhay , un ebreo.
Di Mordekhay conosciamo solo una breve genealogia , apprendiamo che egli discendeva dalla tribù di Giuda, Mordekhai è il tutore di Ester dopo che la fanciulla ha perso i genitori , il testo afferma che era sua nipote.
Il suo nome compare per la prima volta nella meghillàh ma come secondo nome, infatti leggiamo:
ויהי אמו את-הדסה היא אסתר בת-דדו כי אין לה אב ואם והנערה יפת-תאר וטובת מראה ובמות אביה ואמה לקחה מרדכי לו לבת
“Egli era tutore di Hadassàh , cioè Ester, sua cugina, poiché ella non aveva più ne padre ne madre; e la fanciulla era bella di forme e di aspetto, e dopo la morte del padre e della madre l’aveva presa come figlia”( Ester 2/7).
Ester è giovane e bella e viene presentata dal cugino al capo degli eunuchi Heghè che ne riconosce l’estrema bellezza e l’affida a sette ancelle che la devono preparare per renderla ancora più bella.
La selezione dura a lungo, il re non ha fretta le stesse fanciulle devono subire una preparazione di 12 mesi, sei mesi con l’olio di mirra, sei mesi con aromi e cosmetici femminili.
Il racconto ci porta nel mondo del gineceo, il luogo dove gli eunuchi custodivano le donne dell’harem e interdetto a chiunque, solo il re poteva accedere e scegliere le sue concubine.
Il racconto aggiunge che Achashverosh disponeva di 365 concubine, una per ogni giorno. L’esito è scontato Ester è la più bella e quando viene presentata al re egli se ne invaghisce:
“ Ester fu condotta dal re Achashverosh, nella sua reale, nel decimo mese, cioè il mese di Tevet, nel settimo anno del suo regno. E il re amo Ester più di tutte le altre donne, ed ella trovò grazia e favore più di tutte le altre vergini; ed egli pose la corona regale sul suo capo e la fece regnare al posto di Vasthi”(Ester 2/16).
Una storia del genere sarebbe terminata con “vissero tutti felici e contenti”, invece da li ha poco le cose si complicano , anche di parecchio.
Mordekhay chiede a Ester di nascondere la sua origine ebraica.
Mordekhay ottiene un incarico a corte, l’espressione “stare alla porta del re” può significare che egli è stato nominato a capo delle guardie che presidiano il palazzo reale, ricoprendo questo incarico viene a conoscenza di una congiura ordita da due eunuchi infedeli a danno di Achashverosh, come in un giallo Mordekhay racconta della congiura in atto a Ester che a sua volta la riferisce al re.
I due eunuchi infedeli vengono impiccati; questo episodio suggerisce che tutto il regno persiano era corrotto, l’azione di Mordekhay nel sventare il complotto è anticipatore del ruolo che egli assumerà nel resto del racconto.
Nel frattempo Haman di discendenza amalecita , stirpe da sempre nemica degli ebrei diventa primo ministro di re Achashverosh con potere assoluto su tutto l’impero.
Il racconto non fornisce altri particolari sulla figura di Haman ne spiegazioni di come questo uomo diventa potente , secondo in autorità dopo il re.
Tutti si devono inchinare al suo passaggio e prostrarsi alla sua presenza come era consuetudine nella corte pagana.
Ovviamente Mordekhay forte del suo parentado con la regina Ester non si inchina ne si prostra al ministro Haman.
Il testo che fino a quel momento ci ha fornito un racconto ricco di particolari tratta l’argomento con poche parole:
“Haman vide che Mordekhay non si inchinava ne si prostrava davanti a lui e Haman fu pieno d’ira. Ma gli parve cosa meschina alzar la mano soltanto contro Mordekhay, poiché gli avevano detto il nome del popolo di Mordekhay; Haman cercò di sterminare tutti gli Ebrei che erano in tutto il regno di Achashverosh , cioè il popolo di Mordekhay.
Nel primo mese , cioè Nissan nel dodicesimo anno del re Achashverosh, fu estratto il “pur”, cioè la sorte davanti a Haman per stabilire un giorno tra i giorni e un mese tra i mesi e fu il dodicesimo mese, cioè Adar” (Ester 3:5/7).
Rileggendo il testo si ha la sensazione che manchino delle parti, questo Haman improvvisamente trasforma una questione personale in un odio verso un popolo, fino a concepire l’idea di sterminarlo.
Haman convince Achashverosh che gli ebrei del regno sono un problema , per rafforzare la sua tesi sottolinea che la loro diversità costituisce un problema di sicurezza nazionale, la loro non obbedienza alle leggi del re è una forma di ribellione che va punita. Per convincere il re Haman offre al tesoro reale diecimila talenti d’argento probabilmente denaro confiscato agli ebrei
Il re approva questa tesi :”Il re si tolse dalla mano l’anello e lo diede a Haman, figlio di Hamedàtha l’agaghita, nemico degli Ebrei”(Ester 3/10).
“Furono inviati lettere per mezzo di corrieri in tutte le provincie del re con l’ordine di sterminare, di uccidere, di distruggere tutti gli ebrei, dal giovane al vecchio, bimbi e donne, in uno stesso giorno, il tredici del dodicesimo mese, cioè il mese di Adar e di predare i loro beni” (3/13)
Dunque si tratta di un piano premeditato, organizzato e pianificato attraverso il coinvolgimento di uno stato intero , sembra anticipare quella che secoli dopo sarà la shoàh.
Shalom
Noiman