Incoraggiato da Gigi, riporto anch’io una mia riflessione sul deserto.
Primi passi che affondano nella sabbia impalpabile, poi le dune.
Il cammino è lieve e leggero: inoltrarsi nel deserto, a conquistarlo.
Negli splendori abbaglianti tutto è dorato, caldo anche il silenzio.
Il paesaggio si fa vastità sabbiosa,
il passo pesante, a tratti perfino inebriante.
Conquistare il deserto?
È forse lui, il deserto, che si appropria di noi.
In quella solitudine in cui tutto tace, sembra che nulla accada.
Luogo senza confini in cui si toccano i confini:
di se stessi, dei propri limiti, della sete e della calura, della vita.
E poi la notte immensa e buia, così limpida e stellata, così calma e fredda.
Esser pervasi da uno strano senso di sicurezza e intimità,
con la sensazione di stupore e di timore insieme.
Spazio sconfinato in cui tutto par fermo.
In quel silenzio pare ancor che nulla accada.
Eppure accade il tempo: l’infinito e l’eterno.
Accade anche che una tacita e invisibile Presenza sussurri senza voce:
È nel deserto che incontrerò il tuo cuore.