Nèfesh, neshamàh, rùakh

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Gianni
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Personalmente concordo con quanto esposto da Margo.
ARIANNA
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da ARIANNA »

Avevo risposto in confidenziale.
Riporto anche qui la risposta.

Ciao a tutti.
Argomento interessante.
Si confonde spesso la parola anima volendo magari riferirsi a diversi concetti.
L'uomo ha una identità, un'essenza, una matrice che ci rende unici e ci fa dire :<<Io sono io>>. Questa torna a Dio una volta morti e verrà restituita alla resurrezione.
C'è anche la componente psichica intesa come il bagaglio di informazioni depositate nell' inconscio.
Altro è il soffio vitale, ciò che rende un uomo una nefesh. Infatti leggendo Genesi si riscontra che non è bastato creare un corpo prendendo una manciata di terra; Dio gli ha soffiato nelle narici l'alito vitale, la forza vitale che gli permette di vivere in tutto e per tutto. L' uomo stesso è un anima.
Possiamo capire questo punto riferendoci allo stato di coma. Le funzioni vitali fanno il loro corso, il cuore batte, (si può finanche ascoltare )ma non si ha quello stato di coscienza che rende presenti e " vivi".
Poi c'è lo spirito dell'uomo che è in lui : il ruakh. È ciò che ci differenzia dagli animali, la capacità di pensare e ragionare.
Ne va che se è degli uomini agli animali non appartiene; mentre questi ultimi sono pur sempre vivi grazie alla neshamah (la forza vitale suddetta).
Margo27@live.it
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Margo27@live.it »

Noiman, se non ho capito male, l'anima secondo il tuo pensiero è una forza vitale insita nella materia stessa. Ora ti faccio due domande e se vuoi mi rispondi.
1) Chi dona questa forza vitale che è insita nella materia stessa?
2) La morte dell'anima se non esiste per la conseguenza del peccato, da cosa è scaturita?
noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da noiman »

Margot l’idea che mi sono fatto è che esista una forza vitale insita nella materia che ha inizio nei suoi elementi primordiali, o meglio per stare nella fisica, dalle particelle molto al di sotto dell’atomo , non è solo una mia idea ma è una teoria fisica che si chiama principio antropico forte, una teoria che ipotizza che le leggi della natura devono essere tali da ammettere l’esistenza di una coscienza, definita un meta principio organizzatore che configura le leggi stesse in maniera di consentire la comparsa di organizzazioni complesse, iniziando dalla materia intesa come gli elementi base, dall’idrogeno fino all’ultimo degli elementi conosciuti, la differenza è il numero degli atomi, esattamente come il numero 1 e generatore di tutti i numeri più di 1, le forme viventi sono un aspetto di questa forza, dirai dove in tutto questo Dio trova posto, forse vale ricordare una definizione di Galileo Galilei :”la natura scritta con leggi matematiche”, un ragionamento che pone una questione non da poco, la differenza tra Dio e gli uomini non è qualitativa ma quantitativa, Dio conosce la totalità dei numeri e le loro combinazioni, noi umani solo una piccola parte, è da qui che parte la ricerca di cosa è l’anima,per concludere e sempre secondo me non c’è un donatore e neanche un dono, non credo nella morte dell’anima.
Noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Margo27@live.it »

Buongiorno Noiman, ho letto ciò che hai scritto, ma devo dirti che fin dall'antichità, il numero è stato oggetto di speculazione, secondo gli antichi stabiliva un legame significativo, una relazione tra il mondo concettuale e quello reale; la tradizione attribuisce a Pitagora la formula: "E' il numero l'essenza delle cose". La stessa tradizione ritiene che Piagora abbia fondato la famosa scuola di matematica e magia numerica esoterica nella città fenicia di Sidone. Lo stesso Galileo da te menzionato fu inizialmente incline a negare che gli atomi fossero intrinsecamente indivisibili. Egli si accorse subito, comunque, che ciò era indispensabile se si doveva abbandonare la tesi aristotelica. L’adozione dell’ipotesi atomica rende indispensabile un altro passo: concepire la mente come uno strumento per selezionare i singoli impulsi. Galileo non compì questo passo. La distinzione da lui effettuata aprì tutto un mondo di nuovi problemi: Qual è la differenza tra l’esperienza interiore e il mondo esterno? Qual è la relazione tra il soggetto e l’oggetto? Come possiamo essere sicuri dei dati sensoriali? Qual è la distinzione tra la realtà individuale e la verità pubblica? Comunque ti ringrazio per la spiegazione. Buona giornata
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Gianni
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

L'idea che che esista una forza vitale insita nella materia e che ha inizio nei suoi elementi primordiali era già stata formulata dai filosofi greci, ma che c'entra tutto ciò con la Scrittura?
noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da noiman »

Caro Gianni, sulla definizione di anima, come nèfesh e i suoi termini apparentemente sinonimici abbiamo già detto molto, ora stiamo percorrendo il bordo della discussione, se guardiamo all’interno come se fosse un vaso vediamo quello che dice o non dice la scrittura riguardo alle anime, se guardiamo all’esterno troviamo il mondo della fisica, e dei numeri, forse la strada migliore è di rimanere su questo bordo e come strabici cercare di tenere incrociato lo sguardo su entrambe le cose.

Margot … comprendere l'universo attraverso i numeri è stata la giusta strada che gli uomini hanno seguito con metodi e procedimenti diversi, intendevo che il “principio organizzatore “ cioè “principio antropico forte” che non è organizzato dall’esterno, la mia era un esempio con principio combinatorio dei numeri che attraverso i loro legami riflettono la materia come generatore di forme, per non andare troppo OT e ritornare all’anima, immagino anche che questo ragionamento non piacerà a qualcuno perché sembra voler escludere la presenza divina, interessante invece sarebbe cercare all’interno delle scritture qualche riferimento o qualche traccia ma…. per ritornare al tema centrale bisognerebbe capire la differenza tra la nostra anima e quella di un leone.
Noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Noiman, si continua a parlare di "anima", ma io mi domando e ti domando: che mai ha a che fare tale parola tratta dalla filosofia platonica con la Scrittura? A quale termine biblico sarebbe riferita? E non dirmi nèfesh. L'essere umano divenne una nèfesh. Mai le fu data una nèfesh. O no?
noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da noiman »

Certo Gianni...... il testo pone un sottigliezza , è lo spirito di D-o che compie l’ultimo atto creativo alla fine del sesto giorno, quando viene influsso nell’uomo ,נישמת חיים “nishmàt chàim” (semichùt), e l’uomo divenne נפש חיה “nefèsh chajà “anima vivente.
La questione dell’anima ebraica è più complessa di quella platonica, la differenza è nel divenire….
Noiman

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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Sì, Noiman, ma spiegami la questione dell’anima ebraica con la Scrittura alla mano. :-)
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