Caro Aldo, credo di essere stato frainteso. Io ho detto di aver lasciato la Chiesa Cattolica e che a 16 anni ho iniziato a studiare la Bibbia sul testo greco. Le due cose furono all'incirca concomitanti ma la prima non fu conseguenza della seconda. Fu piuttosto la seconda a essere conseguenza della prima. Il mio abbandono della Chiesa Cattolica fu dovuto a grande delusione e, se mi scusi il termine, a una certa nausea. Come detto, a 12 anni volevo entrare in seminario. Ho sempre sentito un grande trasporto verso il trascendente e la mia fede in Dio non è mai venuta meno. La seconda e la terza media inferiore le frequentai presso i Padri Cavanis. Fu un periodo bello e brutto nel contempo. Accanto a preti meravigliosi ce n'erano di pessimi. Lì iniziò il mio interesse per la Bibbia, scoraggiato però dai preti, che mi indirizzavano al catechismo. Devo per certi versi ringraziarli, perchè acuirono in tal modo la mia curiosità per la Sacra Scrittura. Leggendola trovavo discordanze con il cattolicesimo. Dalla quarta ginnasio iniziai ad interessarmi di altre religioni: insieme a nuove scoperte scritturali scoprivo però anche quelle religiose non scritturali. Gli anni seguenti furono intellettualnente stimolanti: studiai filsosofia, psicologia, teologia. Ma il mio riferimento era sempre la Scrittura. La vera svolta avvenne quando iniziai a studiare seriamente Scienze Bibliche con il prof. Salvoni, che era un "mostro" di conoscenza biblica.
La traduzione della CEI non c'entra quindi nulla. Però, il tema delle traduzioni bibliche sarebbe interessante. Chissà, prima o poi potremmo metterle a confronto. E dico sin da subito il mio pensiero: tutte, ma proprio tutte, hanno pregi e difetti. Personalmente sono innamorato della TILC, ma non la userei mai per lo studio. Tra quelle cattoliche apprezzo molto la Bibbia di Gerusalemme, ma quella originale in francese, non l'edizione italiana che porta solo il nome.
La TNM è arida, priva di poesia, si esprime in un italiano strano che nessuno parla, ma ha il pregio di tendere al letterale. Pregi e difetti, per tutte. E poi, va ricordato, tradurre è un po' tradire.
