La "pienezza di Dio"

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bgaluppi
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La "pienezza di Dio"

Messaggio da bgaluppi »

Molto spesso ci si riferisce a Col 2:9, in cui Yeshua è descritto possedere la "pienezza di Dio", per tentare di dimostrare la divinità del Messia. È necessario notare come la Scrittura affermi che anche i credenti possono essere ricolmi della "pienezza di Dio" (Ef 3:19). Tale affermazione, dunque, rende forse anche i credenti Dio? Certamente no. Bisogna capire, allora, cosa esprima esattamente il concetto concreto di "pienezza di Dio", per confutare ancora una volta chi si affida solo al senso superficiale reso spesso dalle traduzioni e non è capace di valutare la Scrittura secondo il modo di pensare ebraico, che è concreto e non astratto.

Il termine in questione è πλήρωμα (plèroma), che deriva da πληρόω (pleròo), che significa "riempio", "compio". Plèroma, dunque, significa "ciò di che si riempie", "riempimento". In Mr 6:43, il termine è usato in riferimento al riempimento fisico di un oggetto: “e si portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane”. 

Il verbo pleròo è utilizzato nel celebre versetto di Mt 5:17, in cui Yeshua parla della legge: “io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento” (NR). Come abbiamo visto, il termine significa anche "compiere", ma nel senso di "riempire", "rendere pieno"; infatti, la Nuova Riveduta traduce con "portare a compimento", non semplicemente con "compiere". Una traduzione non necessariamente migliore ma piú letterale, dunque, sarebbe: “io sono venuto non per abolire la legge, ma per renderla colma”. Il dizionario di greco Rocci, rende il termine plèroma anche con il senso di "perfezione", proprio in riferimento al NT; il "rendere colmo", dunque, significa rendere completo e perfetto. L'avvento del Messia, secondo il significato proprio del termine, costituisce il “riempimento" della legge, il suo "renderla piena", ossia "perfetta".

Spesso, nella Scrittura, si parla anche di "pienezza del tempo", come in Gal 4:4, ad esempio (cfr. Ef 1:10): “quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio"; la "pienezza del tempo", indica un momento in cui un certo periodo storico è "ricolmo" e quindi "giusto" perché qualcosa accada. Si potrebbe dire "il tempo maturo". Rende bene l'idea la clessidra: quando il contenitre inferiore si è riempito è il momento di girarla. In Gal 4:4 il "tempo" è χρόνος (crònos), che si riferisce alla nostra "temporalità", ossia al tempo relativo e misurabile come noi uomini lo percepiamo nel mondo (non al concetto inesprimibile di "tempo" in senso assoluto); Dio stabilisce che in quel preciso momento storico, il tempo trascorso è "pieno", "perfetto", si potrebbe dire "maturo" perché il Messia venga.

Il termine plèroma è utilizzato anche in Rm 13:10: “l'amore quindi è l'adempimento della legge”. La Nuova Riveduta traduce qui con "adempimento". Ancora una volta, la traduzione italiana da sola non riesce a rendere bene il senso della frase: l'amore è il "riempimento" della legge, ossia ciò che la rende "colma" e quindi perfetta. Ecco perché Yeshua, in risposta alle provocazioni dei farisei che cercano di coglierlo in fallo, afferma: 

“"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti” — Mt 22:37-40 (cfr. Rm 13:8-10).

Alla luce del senso proprio del termine plèroma, dunque, possiamo stabilire che ciò che rende il Cristo "ricolmo" di Dio, e i credenti stessi, non è la "deità”, ossia l'essenza divina, ma è l'amore che proviene da Dio, poiché "Dio è amore" (1Gv 4:8). E “Chi non ama” non possiede la pienezza di Dio, poiché “non ha conosciuto Dio” (ibidem). Essere ricolmi d'amore, di amore incondizionato, significa essere ricolmi di Dio.

“Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” — 1Gv 4:16
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Gianni
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da Gianni »

La parola greca πλήρωμα (plèroma) indica la “pienezza”, non solo di ciò che riempie ma anche di ciò che è riempito.

Tale termine lo troviamo in Mt 9:16: “Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio; perché quella toppa [plèroma] porta via qualcosa dal vestito vecchio e lo strappo si fa peggiore”. Qui il plèroma è ciò che riempie il buco nella stoffa.
In Mr 6:43 sono menzionate “ceste piene [pleròmata] di pezzi di pane”. Qui plèroma indica ciò che è riempito.

Plèroma indica la misura piena: una cosa è plèroma quando è completa. Così Giovanni può dire che dal plèroma di Yeshùa (dalla sua pienezza/completezza) “noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia”. - Gv 1:16.

Anche in Rm 11:25 il plèroma è la piena misura: “Un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità [plèroma] degli stranieri”. “Ora, se la loro caduta [dei giudei] è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione [plèroma]!”. - Rm 11:12.

Più che “adempimento della legge” (NR), Paolo dice in Rm 13:10 che l'amore è la piena misura (plèroma) della Toràh, ciò che la rende piena, completa.

Recandosi dai credenti romani, dice Paolo, ci andrà “con la pienezza [plèroma] delle benedizioni di Cristo”. - Rm 15:29.

Vediamo così il plèroma indica la completa pienezza.
Può essere in senso fisico, come le “ceste piene [pleròmata] di pezzi di pane” (Mr 6:43) o come tutto ciò che riempie il nostro pianeta. - 1Cor 10:26.
Può essere in senso metaforico, come “la pienezza [plèroma] del tempo”. - Gal 4:4; cfr. Ef 1:10.

Ed eccoci a Col 2:9, in cui è detto che in Yeshùa “abita corporalmente tutta la pienezza [plèroma] della Deità”.
Plèroma può indicare non solo di ciò che riempie ma anche di ciò che è riempito. Qui cosa indica? È Yeshùa che è riempito di Dio oppure è Dio che riempie Yeshùa?
Se Yeshùa fosse lui stesso riempito di Dio, sarebbe come il contenitore di Dio, proprio come le “ceste piene [pleròmata] di pezzi di pane” sono il contenitore del pane. Avremmo insomma che Yeshùa conterrebbe Dio, con la conseguenza che sarebbe non solo Dio ma perfino qualcosa in più di Dio, dato che sarebbe lui a contenerlo.
Questa assurda idea va decisamente respinta sulla base di Col 1:19 in cui è detto che “al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza [plèroma]”. Infatti, Dio “ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento [plèroma] di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti”. - Ef 1:22,23.

Chi dà il plèroma, la completezza, è Dio. È a Dio che “piacque di far abitare in lui [in Yeshùa] tutta la pienezza [plèroma]”. Paolo incoraggia tutti i credenti a essere “ricolmi di tutta la pienezza [plèroma] di Dio” (Ef 3:19). È Dio che riempie di sé, così come ha fatto con Yeshùa (in questo caso in modo tutto speciale). Gli eletti sono incoraggiati a giungere “all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo” (Ef 4:13), per meglio dire, come dice davvero la Bibbia, alla pienezza (plèroma) di Cristo.

Ho preso in considerazione tutti i passi in cui ricorre la parola plèroma.
Applicata a Dio, a Yeshùa e agli eletti, questa parola greca indica che è Dio che dona la pienezza, sia a Yeshùa che ai credenti. Dio è il Dio sia di Yeshùa che dei credenti. Yeshùa risuscitato, infatti, dice: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”. - Gv 20:17.
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bgaluppi
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni. E quindi, ecco smontato un altro cavallo di battaglia dei trinitari (e dei binitari)! :-)
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Gianni
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da Gianni »

Sicuramente, Antonio. :-)
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francesco.ragazzi
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da francesco.ragazzi »

Andare verso la pienezza credo voglia dire: realizzare il progetto finale che Dio ha per noi, andare cioè verso l’immagine di Gesù, in cui abita tutta la pienezza, e restaurare quella che era la nostra immagine all’atto della creazione.
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Gianni
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da Gianni »

Il che mostra una volta di più che la dottrina pagana trinitaria non c'entra nulla.
stella
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da stella »

FRANCESCO ....HO CONDIVISO IL LINK DA TE POSTO SULLA PIANEZZA DI DIO

''BUONA IDEA'''.... :-)



''buona domenica a tutti ... :YMHUG:
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
ארמאנדו אלבנו
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Domanda: ma una creatura può amare nella stessa maniera di come il creatore ama le sue creature?

Antonio dice che in colossesi 2,9 non abita la deita, ossia l'essenza divina, ma l'amore che proviene da Dio. Scusate, ma spesso si sente dire qui che ci dobbiamo attenere a quello che dice il testo e il testo dice che in lui abita corpo talmente tutta la pienezza della deita. Non dice la pienezza dell'amore, ma dice della deita. Questo dice il testo.
ארמאנדו אלבנו
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Francesco sbagli perché Dio non ci renderà come eravamo una volta. Sta scritto l'hai fatto di poco inferiore agli angeli. E qual'è il progetto: diventare l'uomo superiore agli angeli. Quindi non é un ritorno al passato, ma é di più.
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francesco.ragazzi
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Re: La "pienezza di Dio"

Messaggio da francesco.ragazzi »

...si tratta di definire, se possibile, cosa significhi essere creati ad immagine e somiglianza divina...

...con l'assenza del male...

...e con la coscienza del vissuto terreno...
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