
Caro Marco, la Gehenna e lo stagno di fuoco, biblicamente, rappresentano la seconda morte, non il tormento infernale; e su questo non ci piove.
Nel tuo primo punto mostri di essere condizionato dal concetto di "premio" e di "condanna", che addirittura un angelo può ricevere a seconda di come si comporta; ma la vita eterna non è un premio, ma una condizione a cui l'uomo è destinato da prima della creazione (il Messia redentore preesiste prima della creazione): Dio ci crea per vivere, non per morire. Il Targum Pseudo-Jonathan, in Gn 2:7, commenta che Dio creò l'uomo con due inclinazioni (yezers), una buona e una cattiva, e lo creò dagli elementi; dopo la scelta, in Gn 3:19, l'uomo subisce la "condanna a morte", ma Dio (sempre dal commento dello P.J.) già promette che dalla polvere si ergerà di nuovo per rendere conto di se stesso nel giorno del Gran Giudizio.
La morte seconda, ossia la non-vita, il non-esistere, non è una condanna o una punizione, ma semplicemente la conseguenza naturale per chi non segue la legge di Dio, che regola la vita ed è vita. Nel mondo, le regole della vita ci obbligano a nutrirci di cibo e a bere acqua: disobbedire a queste leggi è davvero sciocco, e significa morire. Stessa cosa per quanto riguarda la legge spirituale di Dio: il non obbedire alle leggi dell'essere comporta il non-essere. La punizione non ha acun senso e non esiste, esiste solo l'essere, e chi non sceglie di obbedire alle Sue leggi non può far parte dell'essere, quindi cessa di essere (scusa i giri i parole). La punizione cozza con Dio stesso, che è amore, e nell'amore la punizione è finalizzata al bene, non alla vendetta e alla tortura eterna.
Noi possiamo scegliere, gli angeli no; essi sono manifestazioni del Dio Altissimo, "creature" (se cosí possiamo definirli) che esistono esclusivamente per portare a termine ciò che Lui vuole. Pensare che un angelo possa essere condannato o premiato non ha senso.
Anche nel tuo secondo punto mostri di essere ancorato a dogmi religiosi (sto iniziando a parlare come Besasea...

Nel caso di satana, egli svolge la sua funzione finché sarà necessario; dopodiché, lui cesserà di esistere. Poi dici:
“Satana è colui che volontariamente e in maniera egoistica ha gettato tutto il creato nel dolore.”
Consentimi di correggerti: è stato l'uomo a fare questo, non satana. Il serpente inganna, l'uomo sceglie; senza la scelta dell'uomo, il serpente da solo non poteva certo decidere sul futuro del mondo. Tutta la creazione esiste in funzione dell'uomo, anche il serpente. Il serpente, mettendo l'uomo di fronte ad una scelta, gli crea le condizioni per comprendere veramente il bene (obbedienza) e il male (disobbedienza). E chi consente al serpente di operare? Senza questa scelta, l'uomo non avrebbe mai potuto comprendere il bene; senza il “male” non è possibile riconoscere il “bene”. Dio consente che tutto questo accada, nessun altro:
“Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose.” — Is 45:7