Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

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matteo97
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da matteo97 »

La voce di wikipedia su Satana menziona:
Satana [sà-ta-na] (ebraico: שָׂטָן, Satàn, traslitterazione del masoretico Śāṭān; greco koinè: Σατανᾶς, Satanâs; latino: Satanas;[1] aramaico: צטנא, Ṣaṭana; arabo: ﺷﻴﻄﺎﻥ, Šayṭān) è un termine che identifica uno o più demoni[2], o divinità minori in molte religioni del Medio Oriente e Vicino Oriente antico. Ha le sue origini nel monoteismo ebraico[3] e contiene antiche influenze delle religioni caldee, soprattutto dello zoroastrismo[3].

Nelle religioni abramitiche derivate da quella ebraica, questa figura diventa l'incarnazione e/o agente del male, in contrapposizione a Dio, considerato principio del bene.

Alla voce Nel Tanakh e nell'ebraismo del Secondo Tempio afferma: "Dopo la scomparsa della corrente apocalittica giudaica e la fine del periodo del Secondo Tempio, i cui unici rimasugli furono le sette del giudeo-cristianesimo e una minore influenza sull'ebraismo rabbinico[38], gli ebrei rabbinici abbandonarono le idee apocalittiche e tornarono a considerare l'esistenza di un esclusivo Dio benevolente, usando come basi gli insegnamenti dei rabbini del Talmud, e l'impossibilità di ribellione da parte degli angeli, in quanto creati senza peccato (*)[11]. Nonostante ciò le tradizioni ebraiche su Samael, che comprendono racconti, leggende ecc. riportati nell'Aggadah (ereditate anche dai cristiani) e le spiegazioni sull'esistenza del male presenti nella Qabbalah continuarono in momenti diversi a far riemergere la figura di un angelo ribelle[39]. Ma nell'ebraismo il diavolo (costruito soprattutto su religioni e tradizioni straniere) rimane un'allegoria delle inclinazioni o comportamenti negativi che fanno parte della natura umana.
(*) Più o meno la stessa considerazione dalla quale scaturiva il mio dubbio: http://www.biblistica.eu/viewtopic.php?p=57124#p57124" onclick="window.open(this.href);return false;
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Dalila, ti rispondo ora sui versetti mattaici che hai citato, premettendo che il termine ànghelos non può essere tradotto con "manifestazione", ma deve essere tradotto con "messaggero", perché questo significa. Inizio col primo versetto, per non mettere troppa carne al fuoco:
“Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli” Mt 22:30.
Dobbiamo concludere che i risorti saranno come delle manifestazioni di Dio?
No, perché il termine ànghelos significa messaggero, dunque semmai i risorti saranno come messaggeri di Dio. E comunque non "saranno angeli", ma "come angeli". Ma non è intenzione di Yeshùa spiegare esattamente come sono gli angeli, perché la domanda rivoltagli riguarda la condizione matrimoniale dei risorti. E non intende neppure definire le qualità fisiche dei risorti nel dettaglio. In effetti, non si capisce bene neppure come era il suo corpo risorto: mangiava, però si materializzava e scompariva all'improvviso... Era carne? Era spirito? Chi lo sa. Devi valutare tutto nel contesto del discorso. Gli interlocutori di Yeshùa cercavano di provocarlo con una domanda a trabocchetto. Lui risponde che i risorti non hanno moglie o marito "perché sono come angeli nei cieli". E come sono gli angeli nei cieli? Abbiamo dalla Scrittura descrizioni dettagliate che li definiscono?

Nel contesto, Yeshùa risponde ad una domanda a trabocchetto, dicendo che i risorti non prendono moglie né marito perché non saranno più uomini come lo siamo adesso. Non sta definendo la natura degli angeli, e neppure definisce la natura esatta dei risorti. Sta solo dicendo che la risurrezione trasformerà gli uomini in qualcosa di diverso. Infatti, come sarebbero fatti esattamente questi angeli di cui parla?

Io non voglio imporre o demolire una credenza. Quello che uno crede è affar suo. Io vorrei fare un'analisi biblica obbiettiva. Allora, obbiettivamente, dalle parole di Yeshùa si desume che gli angeli esistono solo perché lui li utilizza per far capire che i risorti non avranno bisogno di riprodursi come fanno gli uomini in questa realtà? Se ragioniamo così, allora dobbiamo desumere che sopra al cielo azzurro c'è acqua, perché la Bibbia dice:

"Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. Dio chiamò la distesa «cielo»." – Gn 1:7,8

Se la Bibbia dice che sopra al cielo c'è acqua, sta affermando una verità scientifica? Se Yeshùa dice che i risorti non sono come sono gli uomini attualmente ma "come angeli nei cieli" sta dicendo che gli angeli esistono come creature? O sta dicendo semplicemente che non avranno bisogno di sposarsi perché non saranno più soggetti alle leggi fisiche e naturali attuali?
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Tony
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Tony »

Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse e una luce risplendette nella cella. L’angelo, battendo il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: «Àlzati, presto!» E le catene gli caddero dalle mani.
Atti degli Apostoli 12:7 NR06

Chi o cosa ha tolto le catene e chi ha parlato a Pietro , sicuramente qualcosa di anomalo , che poi uno dica angelo o messaggero ,lo si identifica sempre con le solite caratteristiche , nel senso cosa fa un Malakim ? Non è forse Mica-el il protettore di Israele ? Chi visita Cornelio per dare un messaggio ? Per me sono tutte prove di esseri che agivano nel concreto per realizzare un proposito molto più grande , certo può essere un espediente linguistico dire che quella cosa si chiama angelo . Ma dire che questo è un espediente linguistico è una spiegazione dell'azione di Dio e basta mi sembra eccessivo . Perché non dire che è Dio che agisce direttamente . So che qualcuno dirà che tutti i nomi di angeli portano la particella El (particella divina) ma a me sembra una spiegazione limitata e limitante . E come se io dico che , l'universo all'inizio era fatto bianco a pallini rosa , qualcuno può contestare questa affermazione? :) Dire che un angelo è solo un espediente linguistico per spiegare altre cose è incontestabile per tutte le volte che questo termine viene utilizzato per spiegare il modo di agire di Dio . Ma come si spiegano le attività degli angeli che compiono cose nel concreto . E perché non dire direttamente che è Dio che batte sul fianco di Pietro e che scioglie le catene ? Perché dire che è stato un Malakim e non Dio?
Ultima modifica di Tony il mercoledì 23 gennaio 2019, 17:28, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

In effetti, la questione degli angeli non può essere risolta ricorrendo alla concretizzazione ebraica. In molti passi, sì; in altri no.
Mi piacerebbe sapere da Noiman qual il pensiero ebraico al riguardo.
Janira
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Janira »

Gianni, la spieghi a me la storia del malato? Mi hai messo la curiosità :d
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Vorrei provare a fare un ragionamento insieme.

Sappiamo che la Bibbia ci parla di Dio come qualcosa di trascendente lo spazio e il tempo, nel senso che non può essere contenuto nello spazio-tempo: "Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti" (2Cr 6:18). Infatti, se Dio fosse contenibile nello spazio-tempo, sarebbe un "essere" finito e non eterno, avrebbe un principio e una fine e dunque dovrebbe anch'Egli essere una creatura, poiché per avere un inizio dovrebbe esserci qualcosa prima di Lui che Lo fa esistere. Dunque, non essendo contenibile, Dio non risiede in un luogo. Tuttavia, l'uomo non riesce a concepire che qualcosa o qualcuno non possa essere contenuto nello spazio, dunque la Bibbia presenta Dio come risiedente "in cielo", come il Re del Cielo; ma in realtà il Cielo è Dio stesso, e infatti il termine è usato come sostitutivo del nome di Dio, mentre il termine "celeste" definisce una qualità divina.

Ammettiamo ora che gli angeli siano degli "esseri", e dunque delle creature contenibili nello spazio-tempo poiché oltre lo spazio-tempo c'è solo Dio. Se sono esseri, devono necessariamente essere creati e, essendo parte del creato, risiedono in esso, nello spazio fisico che è rappresentato dalla creazione. Pertanto, dovrebbe esserci un luogo o una dimensione in cui essi risiedono. Ma la Bibbia ce li presenta come risiedenti "in cielo", ossia "presso Dio". Giacobbe "Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala." (Gn 28:12); e nel Libro di Giobbe 1:6 leggiamo che "Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro". Vero è che si tratta di un sogno e di una parabola, che però esprimono dei concetti.

Ci sono due versetti che ci possono aiutare a capire qualcosa sulla natura degli angeli e sulla "dimensione di Dio". Uno è Gv 1:1, l'altro Gv 3:13. Nel primo leggiamo come la parola di Dio fosse "presso" Dio, ma "era Dio"; questa parola, apparentemente presentata come un'entità autonoma e reale, era in realtà Dio, quindi il versetto giovanneo ci dice che la parola era una manifestazione di Dio. Allo stesso modo, gli angeli, pur presentati come entità autonome, sono in realtà Dio, o meglio una Sua manifestazione (Mosè e Abraamo, parlando con un angelo, parlano in realtà con Dio e lo chiamano col Suo nome). Nel secondo versetto Yeshùa afferma proletticamente che salirà in cielo dopo esserne disceso; se fosse disceso letteralmente, sarebbe Dio stesso fattosi uomo, come sostengono i cristiani. Ma come abbiamo discusso, Dio non può essere contenuto in alcun luogo materiale o alcuna forma, poiché trascende lo spazio-tempo. Il pensiero ebraico biblico spiega che il Messia esiste "in Dio" esattamente come la Torah, Sua saggezza, esiste "in Dio" da sempre. Essendo parte del "pensiero" di Dio, il Messia-uomo non è che una realizzazione della volontà di Dio nel mondo materiale. Il Messia viene ad esistere quando Dio "lo chiama" ad esistere, secondo la Sua volontà. Ecco allora spiegato il senso del secondo versetto: come il Messia "scende dal Cielo", cioè "da Dio", sale "al Cielo", ossia "a Dio". Quasi che il pensiero manifestatosi nel mondo reale torni a Lui una volta che ha svolto il suo compito. Yeshùa risorto, dunque, avrebbe avuto un corpo glorioso finché era presente nel mondo, ma torna a Dio nel momento in cui "sale in Cielo". Yeshùa, adesso, potrebbe essere "in Dio" come lo era prima della creazione (secondo un concetto di preesistenza ebraico).

In questo senso, anche gli angeli che scendono dal Cielo non sono che manifestazioni della Sua volontà, pura energia, che gli uomini visualizzano in visione, in sogno o sotto varie forme (Mosè vide un "rovo ardente"), che scompaiono e tornano a Lui nel momento in cui hanno svolto la loro azione.

In questo senso potrebbero essere spiegati quei versetti delle Scritture Greche in cui gli angeli sono presentati come reali.

Altrimenti, siamo semplicemente davanti a testi che appartengono a periodi storici diversi del popolo ebraico e dunque le credenze degli scrittori sono diverse. Nella Torah, gli angeli sono pure manifestazioni. Nei profeti e negli scritti iniziano ad assumere identità, in certi casi. Nelle Scritture Greche vengono ad essere - in certi casi - veri e propri "esseri divini". Perché? Perché gli israeliti, nel corso del tempo, furono influenzati dalla demonologia e dall'angeologia pagane e infatti, tra i giudei del I secolo, i farisei credevano nell'esistenza di tali esseri. Non c'è da stupirsi, dunque, se gli autori delle Scritture Greche presentano gli angeli come esseri reali. Tuttavia, il fatto che gli agiografi delle SG credessero all'esistenza degli angeli - Yeshùa incluso - non rende gli angeli creature di Dio.

Se sono angeli "del Cielo" non possono essere creature, se sono creature non possono essere "in cielo".

Attendo vostre impressioni.
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matteo97
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da matteo97 »

Il ragionamento è impeccabile, ovviamente visto da una prospettiva biblica e facendo valere a priori il principio che le S.S. sono direttamente ispirite da Dio e che Dio, essendo Verità, non può dichiarare il falso. Dato che presupponiamo l'eguaglianza "la Bibbia è eguale alla verità di Dio", in quanto forum biblico, si può escludere l'esistenza di angeli, demoni e che la scrittura faccia menzione degli angeli come creature realmente esistenti piuttosto trattasi di una sofisticata tecnica allegorica.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Matteo, non vedo via d'uscita: se sono angeli "del Cielo" non possono essere creature, se sono creature non possono essere "in Cielo" o "dal Cielo". Yeshùa dice: "Chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra" (MT 23:22). Il cielo è il "trono di Dio". E in LC 3:22 Dio parla dal Cielo: "venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto»". E in Gv 3:27 il Cielo è Dio: "L'uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo". Dio non può stare in un luogo, perché altrimenti sarebbe come Zeus che sta nell'Olimpo. E nessun giudeo ha mai pensato che Dio risiedesse dentro il tabernacolo, se non in termini figurati. Infatti, era la Shechinah a risiedere nel tempio, cioè la "presenza di Dio". Allora, gli angeli che vengono "dal cielo", che è il trono di Dio, il non-luogo di Dio e Dio stesso, non possono essere creature, perché tutto ciò che è creato da Dio è esterno a Dio.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Una domanda. Yeshùa disse: "Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo." (Gv 3:13). In che senso il Figlio dell'uomo è "sceso dal cielo"? Rispondendo a questa domanda si capisce come Yeshùa è salito al cielo. E anche come tornerà, perché un angelo disse: "Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo" (At 1:11).
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matteo97
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da matteo97 »

Sono d'accordo ma nell'argomentare ti attieni a passi biblici e fai valere il tuo ragionamento in virtù di quelli. Chi ha stabilito che il cielo è il trono di Dio, il non-luogo di Dio e Dio stesso? le S.S. (il non-luogo di Dio e Dio stesso potrebbe anche essere l'etere da una prospettiva non scritturale, che è lo spazio oltre l'atmosfera e quindi gli angeli in quanto creature celesti spirituali della stessa sostanza del Padre potrebbero avere il loro trono e non-luogo nel cielo attuale non-luogo del divino).
Ora le S.S. tu sostieni che sono direttamente ispirate da Dio, poichè esse stesse lo dicono («Tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio, e quindi è utile per insegnare la verità, per convincere, per correggere gli errori ed educare a vivere in modo giusto.» 2Tm 3:16) e Dio essendo Verità non può mentire. Ma se non fosse vero che Dio si fa conoscere attraverso le S.S., e che quindi queste non fossero verbum dei, allora si potrebbe obiettare la veridicità di tale enunciato (come di tutto ciò che appurato essere vero contenuto nella scrittura): "il cielo è il trono di Dio, il non-luogo di Dio e Dio stesso" (non del tutto falso in quanto potrebbe essere esatto tuttavia giungeremmo a un relativismo ontologico e gnoseologico sull'esistenza o meno degli angeli e sulla veridicità di tale frase). Ovviamente in questa discussione si analizza satana e gli angeli come sono trattati nelle S.S, perciò, in virtù del tuo ragionamento impeccabile, dico che hai ragione. La mia era soltanto una precisazione non vorrei essere stato frainteso di voler entrare in piena polemica :-) . Ma in assoluto non possiamo escludere l'esistenza di angeli, demoni e di altre creature spirituali se non facendo valere il principio che la Bibbia è la Parola di Dio e argomentando partendo dalle informazioni contenute in essa.
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