Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso

AKRAGAS
Messaggi: 1016
Iscritto il: domenica 1 febbraio 2015, 9:38

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da AKRAGAS »

Metodo allegorico simbolico?
Anche qui, come nella scuola letterale, l'utilizzo come unico metodo può essere valido soltanto su alcuni punti come nelle Scritture in stile apocalittico dove ci sono vari simbolismi che non possono essere presi semplicemente alla lettera.
Il rischio di usare tale metodo su tutte le Scritture potrebbe contribuire a estrapolare concetti che in realtà risulterebbero alterati dalla propria interpretazione, soprattuto se non si ha conoscenza della simbologia semitica.
Un esempio di errato uso di tale ermeneutica per esempio è quella di vedere, nel simbolo della donna che schiaccierà la testa del serpente.. in Genesi, Maria madre di Dio. Logicamente ciò indurrebbe a costruire sopra un castello dottrinale che ha appunto un fondamento fantasioso.
In conclusione anche questo strumento è valido ma non può essere usato come unico. E' un po' come un operaio che per svolgere il suo lavoro deve affidarsi a vari strumenti e non solo ad un unico "martello".
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Vero. Akragas. Ciò che dici è del tutto condivisibile.
Dalla scuola allegorica e simbolica l’unica cosa che possiamo imparare è che a volte c’è nel testo biblico un significato simbolico più profondo, ma che tuttavia non si deve scavare ad ogni costo per scoprire un significato che magari non c’è. Il testo biblico non va mai forzato. Applicare sempre e comunque questo metodo ci porterebbe fuori strada ma ci sono testi (come l’Apocalisse) in cui il metodo va necessariamente adottato.

Vediamo ora la SCUOLA CRITICA.
Questa scuola appartiene al naturalismo. Essa considera la Bibbia come un qualsiasi altro libro ovvero come un’opera letteraria. Vi applica quindi le metodologie critiche scientifiche che sole, secondo questa scuola, sarebbero la garanzia di una valutazione oggettiva, irreprensibile e realistica del testo. Sebbene ammantata di modernismo, non è detto che questa idea sia necessariamente più progredita e migliore. Segna anzi un regresso a una fase che i tessalonicesi avevano già superato, perché essi accettarono la Sacra Scrittura “non come parola di uomini, ma, quale essa è veramente, come parola di Dio” (1Ts 2:13). Nonostante la pretesa di essere obiettiva, questa scuola è di fatto miope perché pone la ragione come autorità ultima per l'interpretazione del testo biblico. La Bibbia contiene “la sapienza di Dio misteriosa e nascosta”, “le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo” (1Cor 2:7,9). L'ispirazione della Bibbia è da questa scuola ritenuta fallibile perché espressione solo del tempo, il soprannaturale è spiegato solo con fenomeni naturali. Siamo quindi al relativismo.

Il metodo critico si esprime con:
La critica delle forme, che cerca di comprendere il contesto originale in cui un determinato testo è nato: l'ambiente in cui il testo s’è formato sarebbe la chiave per comprenderlo. Si parla allora di generi letterari. Famoso esponente di questo metodo è R. Bultmann, che sostiene che il testo biblico sia modellato dall'ambiente culturale; così, ad esempio, i Salmi sono considerati testi che avrebbero come modello le composizioni usate nel mondo antico e i Vangeli riporterebbero solo miti creati dalle prime comunità dei discepoli sulla base della corrente sociale e culturale dell'epoca. La Bibbia è così ridotta a una testimonianza non storica ma semplicemente basata sulle credenze del tempo.
La critica delle fonti, che è il tentativo di trovare le diverse fonti da cui si suppone che il testo sia stato composto. Tipico esempio di ciò è la rilettura di testi come Gn e Es come se fossero un accostamento di testi d'autori diversi, ciascuno con la sua propria teologia. Tali presunti autori diversi sono stati classificati con le sigle J (jahvista), E (elohista), D (deuteronomista), P (sacerdotale) RP (redazione sacerdotale), RJE (redazione mista), RD (redazione deuteronomista). Diamo un esempio pratico tratto da Es 7:20-22, in cui i caratteri diversi indicano le presunte fonti (RP, E, J, P): “Mosè e Aaronne fecero come il Signore aveva ordinato. Ed egli alzò il bastone e percosse le acque che erano nel Fiume sotto gli occhi del faraone e sotto gli occhi dei suoi servitori; e tutte le acque che erano nel Fiume furono cambiate in sangue. I pesci che erano nel Fiume morirono e il Fiume fu inquinato, tanto che gli Egiziani non potevano più bere l'acqua del Fiume. Vi fu sangue in tutto il paese d'Egitto. Ma i maghi d'Egitto fecero la stessa cosa con le loro arti occulte, e il cuore del faraone si indurì: egli non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il Signore aveva predetto”. Questa presunta individuazione sembra davvero troppo esagerata. Si veda com’è portata all’estremo in Es 3:14: “Io sono mi ha mandato a voi” (RJE, RD), in cui nella stessa frase vengono addirittura distinte le parole. – Cfr. G. Auzou, Dalla servitù al servizio, Il libro dell’Esoso, EDB, Bologna, pagg. 39, 44.
Critica della redazione, che è il tentativo di ricostruire non solo le diverse fonti da cui si suppone che un testo biblico abbia avuto origine, ma anche quali possano essere stati i redattori che hanno compilato ed elaborato quel testo. Questo metodo studia i motivi degli autori ovvero perché hanno scritto e perché avrebbero cambiato il materiale introducendovi il loro messaggio. La critica della redazione cerca di chiarire quale sia il contributo personale di ogni scrittore biblico e i suoi orientamenti teologici. L’analisi pretende si trovare supposte tappe redazionali attraverso cui un testo biblico sarebbe passato.
Lo strutturalismo (semiotica) che afferma che sia la cultura a dare significato alle convenzioni letterarie. Il sistema culturale ovvero la struttura in cui testo sorge sarebbe quello che determina i significati. Per esempio, mettere la mano sotto la coscia di qualcuno è il gesto con cui si dava valore a un giuramento (Gn 24:2,3), ma questo gesto potrebbe non avere valore o perfino essere frainteso in un’altra cultura. Mentre lo strutturalismo può essere davvero utile, se portato all’estremo s’invalida da solo. Il racconto del Diluvio, ad esempio, è visto con lo strutturalismo semplicemente rispondente a un modello di racconto mitico presente in altri contesti culturali. La ragione diventa allora cieca, univoca e non prende in considerazione che le altre culture possano aver tramandato anche con loro miti ciò che fu un evento storico di cui avevano memoria comune.
Critica della risposta del lettore (cosiddetta “Scuola di Costanza”) con cui si arriva a considerare come il lettore del testo biblico sia lui stesso un creatore di significati. Le sue norme e le sue aspettative possono essere proiettate sul testo, che viene allora letto secondo regole che lui pensa siano senza errori e secondo attese che sono solo sue o del gruppo cui appartiene. Il lettore, con una sua iniziativa, colma i vuoti del testo creandone uno che interpreta o crede d’interpretare. Purtroppo, questa caratteristica è fonte di colossali errori. Un esempio pratico lo troviamo nell’interpretazione fatta dal gruppo dirigente americano dei Testimoni di Geova circa Gle 2, che descrive una piaga d’insetti. Ecco l’interpretazione: “Per logica [regole auto-stabilite], c’era da aspettarsi [aspettative proprie] che la profezia di Gioele avesse un ultimo adempimento nel tempo della fine. E così è stato! All’assemblea tenuta dagli Studenti Biblici a Cedar Point (Ohio, USA) dal 1° all’8 settembre 1919 . . .”. – Rivelazione: Il suo grandioso culmine è vicino!, cap. 22, § 5, pag. 143.
Il decostruzionismo arriva ad affermare che non si possa mai veramente conoscere il significato oggettivo di un testo perché questo significherebbe molte cose differenti. Questa posizione è molto radicale e considera l’autore irrilevante, lasciando tutto il significato del testo biblico nelle mani del solo lettore. Tanti lettori, altrettanti significati. A questo punto – verrebbe da osservare – perché mai leggere la Bibbia? Non converrebbe scriversene una per conto proprio?

Che ne pensate di questa scuola?
Vittorio
Messaggi: 1276
Iscritto il: sabato 14 marzo 2015, 22:09

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Non è per spirito polemico che faccio le mie osservazioni, caro Gianni, ma semplicemente perché mi sembra di notare delle contraddizioni nel tuo discorso. Infatti se dici che è un difetto stabilire delle regole a priori da parte di una scuola ermeneutica, e poi accetti quelle regole a priori, e ne stabilisci tu altre, non mi sembra logico il tuo discorso. Per usare il tuo paragone, è come se dicessi che il cattolicesimo è una deviazione della sana dottrina, ma che da esso possiamo imparare la sana dottrina.
In merito ai vari metodi ermeneutici da te esposti, credo ognuno abbia pregi e difetti, tutti sono utili, ma occorre poi definire un metodo personale, dovresti quindi illustrare quello che ti sembra il metodo corretto, poi giudicheremo quello.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Caro Vittorio, se vuoi usare il mio paragone, non puoi dire che è come se io dicessi che il cattolicesimo è una deviazione della sana dottrina, ma che da esso possiamo imparare la sana dottrina. Io ho detto invece che il cattolicesimo è una deviazione della sana dottrina, ma che da esso possiamo imparare la liturgia delle ore. Il che fa riferimento a un punto specifico escludendo tutto il resto.
La stessa cosa vale per le tre scuole ermeneutiche che ho esposto.

Dici bene, viceversa, quando dici che in merito ai vari metodi ermeneutici da me esposti ognuno ha pregi e difetti. Gli unici pregi che hanno quelli esposti sono stati detti.

Non sono d’accordo sul fatto che occorre definire un metodo personale. Questo è proprio il difetto della Scuola di Costanza, che adotta la critica della risposta del lettore.
Se io illustrassi un mio metodo personale farei lo stesso errore.

Ora andiamo avanti, per favore.
Avatar utente
Maryam Bat Hagar
Messaggi: 1003
Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 15:27
Località: Milano maryambad@hotmail.it

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

Gianni ha scritto:
Che ne pensate di questa scuola?
provo a dire la mia sperando di non fare una figuraccia da ignorante come sempre :-)
la scuola allegorica si presta ad essere eccessivamente "soggettiva"(sebbene che alcuni libri della Bibbia es.Apocalisse andrebbero letti in un ottica simbolistica).la scuola critica in un certo senso sopperisce a questa mancanza di oggettività.personalmente amo il naturalismo nonché la sua radice(i.e. positivismo)
l'altro lato della medaglia(secondo me) è una lettura troppo "spersonalizzata" delle sacre scritture(stiamo pur sempre parlando di uomini e di donne).capire bene il contesto in cui si svolgono gli eventi è importantissimo.ma ci troviamo di fronte ad un genere letterario in cui viene trattato anche il tema del soprannaturale;quindi un'approccio unicamente razionale per comprendere "la pienezza delle Sacre Scritture" non è "abbastanza"
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

Ali ibn Abi Talib(599- 661)
Avatar utente
Giorgia
Messaggi: 1186
Iscritto il: martedì 9 dicembre 2014, 9:15

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Giorgia »

Sono molto ignorante in merito di ermeneutica, prima di iscrivermi qui, non sapevo nemmeno cosa volesse dire! :-?? E anche ora non è che mi sia chiarissimo... per questo motivo vi faccio questa domanda! :d

Mi occupo di programmazione. La mia base di partenza è questa: il computer ha sempre ragione.
Quindi, quando lancio uno script, se questo gira correttamente, bene, l'ho fatto nel modo giusto.
Se va in loop o si blocca, o proprio non parte, allora ho sbagliato sicuramente io.

Ponendo la stessa logica alla Bibbia, si può affermare che la Bibbia ha sempre ragione. Se la nostra comprensione non è in linea con il resto del testo, allora sicuramente non abbiamo capito qualcosa. Se è perfettamente in linea, allora siamo sulla strada giusta.

Gianni, questa è ermeneutica o interpretazione? :-??
Abbi tanta pazienza con me, caro Gianni... Lo so che sono un po' gnucca :d
gigi
Messaggi: 113
Iscritto il: mercoledì 9 aprile 2014, 10:33

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da gigi »

L'ermeneutica, interpretazioni giuridica di passi strani e controversi, mentre in una società contemporanea come la nostra possiamo definirla o chiamarla teoria della conoscenza come interpretazione, lo diceva From nei suoi libri.
Non sono un esperto mi limito al contesto bibblico e soprattutto al mio pensiero.
Le Scritture o la Bibbia secondo il mio pensiero, oggi, non va analizzata e ne interpretata, va samplicemente letta e riletta fino alla nausea ( a memoria ) e se nella volontà di Dio rivelarsi e rivelare possiamo dire gloria a Dio siamo fortunati per aver ricevuto una rivelazione divina dove tutti possono beneficiare di tale rivelazione, questo e ciò che sempre voluto e vuole Dio, altrimenti qualcuno mi spieghi perchè a un certo punto della storia Dio si fà uomo e rivoluziona tutto stravolgendo ogni pensiero ultrareligioso dell'epoca e facendo partecipi anche i non ebrei alla grazia divina ?
Un pò differente e quando l'uomo si sostituisce al creatore, sforzandosi con tutta la propria logica e conoscenza nel dare una definizione o una risposta, purtroppo rimane una propria definizione buona o cattiva che sia, diverso dalla rivelazione divina, che rimane indelebile, permanente, impermeabile e difficilmente sarà discutibile, ( parlo a coloro che sono veramenti in Cristo ) mentre sarà discutibile l'esegesi, l'ermeneutica, studi verticali, pensiero ebraico, semitico ecc. fatto da uomini o donne.
In un altro post ho scritto che il rabbino e un uomo dalle gandi doti, una grande conoscenza letteraria ricca di significati ed espressioni del popolo ebraico sono sbalordito dalla quantità di nozioni di vita che hanno questi uomini, purtroppo mi ripeto non basta, anche se molti sono a conoscenza di queste cose che non basta quella letteraria, ma non ammettono che occorre la pienezza nello Spirito Santo per essere completi e che è completamente differente dalla conoscenza letteraria.
Le radici ebraiche sono già di per se complicate, dalle mille sfumature e lo e già tra di loro Ebrei, diverse interpretazioni tra rabbini, correnti e pensieri filosofici opposti, ecc. immaginiamo per noi occidentali.
L'Ebreo parla di Torà, mentre l'occidentale illuminato dalla sapienza divina, la chiama Bibbia, il significato non cambia è per gli uni e per gli altri, rimane sempre un libro per il recupero dell'umanità, un libro per la vita, un libro che ti protegge, un libro che ti ama, un libro che ti dona forza e coraggio anche quando sei negli abissi delle profondità più oscure.
Ho rinunciato alla conoscenza dettagliata dei nomi, delle frasi, del modello arcaico, ecc. mi sono reso conto che mi portava lontano dalla Verità semplice e pura, genuina che ti offre gratuitamente la Bibbia con la Sua presenza in Spirito. Il mondo muore per mancanza di conoscenza, per conoscenza si intende quella dettagliata ermeneutica o la conoscenza pura e semplice cosi comè come ci è stata donata se pur con tutti gli errori umani ?
Un mio pensiero, Benedizioni
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Cara Daniela, la questione dei generi letterari, che hai toccato, dovrà pure essere affrontata. Spero si possa farlo dopo aver parlato di Ermeneutica.

Cara Giorgia, credo che tu abbia capito bene cos’è l’ermeneutica. :-)

Caro Gigi, tu affermi che l’ermeneutica non serve a nulla e che basta semplicemente leggere la Bibbia; dici anche se è nella volontà di Dio rivelarsi siamo fortunati per aver ricevuto una rivelazione divina.
Ora vorrei mettere alla prova questa tua strana idea e ti invito a metterla alla prova tu stesso.
Leggiamo in Sl 110:1: “Il Signore ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra’”. Qui il salmista sta dicendo che Dio invita il suo consacrato a sedersi alla sua destra.
Ora leggi Sl 16:8:”[Il Signore] è alla mia destra”. Qui il salmista sta dicendo che Dio è alla sua destra.
Tutte e due le espressioni sono dello stesso salmista, che è Davide.

Adesso ti domando: come è possibile che in un passo stare alla destra di Dio sia riservato a una persona ben specifica ovvero al consacrato da Dio e nell’altro Dio viene messo addirittura alla destra del salmista?
Prova ad applicare la tua strana idea e a leggere e rileggere fino alla nausea, come dice tu. Poi dimmi se hai capito.

Se non avrai capito, come suppongo, vorrà dire che Dio non ti ha concesso una rivelazione? Questa sarebbe la tua strana conclusione.

Io ti dico invece che se un miscredente è istruito e conosce un po' la Bibbia, pur non credendola ispirata, capisce perfettamente al primo colpo, alla prima lettura. Per lui la cosa sarà semplicissima.

Così abbiamo da una parte un credente ignorante che non ci capisce un tubo anche se legge mille volte e dall’altra un non credente che capisce subito alla perfezione.
Il primo secondo te non avrebbe ricevuto alcuna rivelazione divina. Dobbiamo allora pensare che Dio l’abbia concessa a un incredulo?

Come vedi, la tua idea è solo da buttar via. L’ermeneutica serve. Eccome se serve!
Vittorio
Messaggi: 1276
Iscritto il: sabato 14 marzo 2015, 22:09

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Gianni, potresti illustrarci le tue conclusioni? sembra tu stia girando attorno al punto a cui vuoi arrivare. Se volessimo conoscere i vari metodi di ermeneutica biblica, li potremmo tranquillamente leggere in un saggio. Esistono anche il metodo psicanalitico, sociologico, femminista, ecc. Penso sia noioso illustrare tutti i metodi che nella storia si sono susseguiti. Arriva alle tue conclusioni.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10152
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Vittorio, devo dirtelo: stai menando il can per l’aia da più di cento pagine in altra discussione, e qui mi metti fretta?

Usando il tuo paragone, potrei dirti: se volessimo conoscere la storia del papato potremmo leggerla in un saggio. Se noti, evito di dire “tranquillamente leggere”, perché sarebbe una lettura tutt’altro che tranquilla. Sarebbe anzi molto raccapricciante.

C’è però una differenza: leggere la storia del papato non ci avvicina alla comprensione biblica, tutt’altro. Trovare la giusta ermeneutica sì.

Se la cosa non ti appassiona, non leggere. Io è da un pezzo che ho smesso di leggere quelle lunghe e tediose pagine sul papato.

Per ora attendo altre opinioni sulla terza scuola di ermeneutica che ho esposto, poi andrò avanti. A te lascio il papa o, se preferisci, il Santo Padre, che è già una bestemmia a dirlo.
Rispondi